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Salute

Sanità elbana, Di Fazio: “Basta promesse, occorrono azioni concrete”

"L'Isola d’Elba rappresenta infatti un territorio particolare e di dimensioni tali da richiedere il ripristino di un presidio sanitario adeguato ed attrezzato per far fronte alle esigenze e alle necessità di tutti"

dottore, medico

Da Laura Di Fazio Assessore del Comune di Capoliveri

E’ grave che le criticità che affliggono la Sanità dell’Isola d’Elba debbano essere oggetto di attenzione e di iniziative da parte di associazioni non profit che danno vita ad azioni di meritorio volontariato per “tamponare” le mancanze di diagnostica e di prevenzione che affiggono il panorama sanitario dell’Isola. L’ospedale di Portoferraio è infatti diventato di fatto un pronto soccorso diffuso con acclarata carenza di medici, soprattutto nelle specialità più a rischio quali cardiologia, settore in cui mancano medici che assicurino un servizio capace di assicurare la tutela delle emergenze, passando per la dermatologia, otorinolaringoiatria, oculistica che vedono la presenza di specialisti 2 o 3 volte alla settimana, senza parlare dell’assenza di una postazione di rianimazione. A dette situazioni, che incrementano le liste di attesa, si cerca di far fronte con mezzi di fortuna quali il volontariato e con la dedizione del personale addetto alle urgenze costretto a fare i conti con le ormai ordinarie “emergenze meteomarine” del periodo invernale che bloccano traghetti ed elicottero che sono i mezzi salvavita di chi per esempio sia colto da un infarto o da un ictus. Mi tocca ricordare, a chi di dovere, che la Legge Costituzionale 7 novembre 2022, ha sancito la “Modifica all’articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall’insularità”. E fra gli svantaggi dell’insularità che la legge intende superare ci sono settori legati a doppio filo con le problematiche elbane riguardanti la sanità, quali i trasporti e quindi i collegamenti con la terraferma. Ricordo sempre a chi di dovere che i fondi del PNRR dedicati alla Missione Sanità sono stati pari a 15,63 miliardi di euro “per rendere la rete dell’assistenza primaria territoriale in grado di rispondere al fabbisogno di salute lasciato scoperto dalla razionalizzazione della rete ospedaliera” e quindi a vantaggio anche delle isole minori quali l’Isola d’Elba che con suoi 30.000 residenti e la decuplicazione delle presenze nel periodo estivo costituisce una realtà peculiare nel panorama delle c.d. piccole isole. Per dimensioni e popolazione l’Isola d’Elba rappresenta infatti un territorio particolare e di dimensioni tali da richiedere il ripristino di un presidio sanitario adeguato ed attrezzato per far fronte alle esigenze e alle necessità non solo della popolazione residente nei mesi invernali ma anche dei molti turisti che scelgono l’isola come meta delle loro vacanze estive. Non si può continuare e tollerare e a rassegnarsi passivamente ad una realtà rocambolesca e improvvisata che lega la vita delle persone ai capricci del vento e del mare e a far ricadere i costi delle trasferte e della permanenza fuori isola sui pazienti e su coloro che li assistono, questo non è degno di una società civile. La politica non può essere deresponsabilizzata al punto tale da rispondere a logiche di costi e risparmi sulla pelle delle persone e va preso atto, anche in considerazione di quanto previsto dalla Legge e dalla Costituzione che anche una sola vita messa in pericolo per mancanza di adeguata terapia è un danno grave di cui occorre prendere coscienza immediatamente e con azioni concrete e razionali.

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