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Progetto

“Baia di Sant’Andrea, le osservazioni di un gruppo di turisti alla Regione”

marciana marina

Da Paola Guaita

Un gruppo di turisti da sempre affezionati alla piccola baia di Sant’Andrea di Marciana, all’Isola d’Elba, ha deciso in questi giorni di presentare alla Regione Toscana una serie di osservazioni riguardanti un grosso progetto elaborato dal Comune di Marciana e sottoposto ad autorizzazione regionale.

Viene infatti proposta la realizzazione di una scogliera sommersa in massi, che si verrebbe a posizionare davanti alla spiaggetta, per una lunghezza di 80 metri e una larghezza alla base di circa 30 metri, che avrebbe lo scopo di limitare l’erosione della banchina sabbiosa da parte delle onde durante le mareggiate; la struttura dovrebbe avere un basamento di pietrame scapolo, poi ricoperto da massi provenienti da cava. Secondo i vacanzieri una struttura di questo genere altererebbe drammaticamente il paesaggio: infatti, anche ammettendo che sia poco visibile dal basso (banchina o spiaggia stessa), è difficile credere che questo cumulo di massi sovrastato soltanto da 1 metro di acqua resti invisibile.

L’effetto cromatico che apparirebbe da una postazione di osservazione posta già a pochi metri sopra il livello del mare sarebbe, senza dubbio, fortemente alterato rispetto a ciò che è sempre stato l’elemento caratterizzante del paesaggio di Sant’Andrea, ovvero è il colore e la cristallina trasparenza delle acque della baia: non di rado i turisti si fermano sul ciglio della strada provinciale che corre in alto e restano a lungo a contemplare la struggente bellezza del mare di Sant’Andrea. E tutto questo senza contare il probabile impatto sulla fauna e sulla flora marine.

In un momento, come l’attuale, in cui la natura pare ribellarsi all’improvvido intervento umano, e in cui anche il turismo apprezza e predilige luoghi incontaminati, un’opera di questo tipo pare davvero assurda, soprattutto pensando a come fosse questa incantevole baia solo sessant’anni fa.

Preoccupati, i turisti si sono organizzati per porre alcuni quesiti sull’opportunità e sull’effettiva utilità di un tale progetto, e hanno ora lanciato una petizione pubblica su change.org, raggiungibile al link https://chng.it/VJ9cxfs8nZ

 

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