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Considerazioni

A proposito della ‘cultura fighetta’ marinese

Generico luglio 2022

Da Jacopo Bononi-presidente

Capita di leggere qualunque cosa in questi giorni accaldati, nei quali la maggior parte di noi è affaccendata nelle sue faccende, che sono poi il centro della vita economica e culturale dell’isola. Quindi ben vengano le uscite simpatiche e ben scritte di chi e si vede non si è fatto mancare buone letture e quindi si produce in coinvolgenti pezzi, ove l’ironia sembra farla da padrone. Non so dire delle cose buone o cattive del ‘marinese’ tipo o meglio ne potrei dire, ma lascio a chi meglio di me sembra esserne così edotto lo svisceramento. Tuttavia mi pare che vada aggiunto, al novero dei lati ‘buoni’ marinesi così compiutamente trattati,  lo straordinario sforzo che più volte ho messo in luce, ma sembra non ancora abbastanza, di quel ‘manipolo di eroi’ del dopoguerra che dal nulla hanno profittato del nascente boom economico per avviare attività così floride che una cinquantina di anni dopo ancora proseguono e resistono a crisi economiche e sistemiche, a pandemie, a crisi geopolitiche internazionali e ancora sono qui alla Marina a far ‘dormire e mangiare’ bene la gente, spesso con gli eredi diretti di quei pionieri ancora al timone. Diverso invece è il tenore se si scrive: Chi sfoggia alla festa, presentandoli come epigoni di James Joyce e Italo Calvino (ma anche del suo Brignetti)? Federico Moccia e Fabio Volo (e questa purtroppo non è una battuta). Perché al marinese non interessa la qualità culturale, ma solo che si parli delle sue amicizie fighette. Che è un altro modo, purtroppo, di passare dalla nobile cultura popolare alla moda da bifolchi danarosi. Prima di parlare di noi mi si consenta un rapido ‘excursus’ su questa ‘favola’ delle amicizie fighette e compagnia cantando. Se parliamo del periodo legato agli eventi a suo tempo organizzati dall’allora sindaco Pasquale Berti chiunque dovrebbe dire ‘chapeau’ per il livello e il clamore che quegli eventi culturali hanno avuto sia che si parli di illustri politici dell’epoca o niente meno del Re di Spagna, ma innumerevoli sono stati gli incontri culturali che furono promossi dall’allora Sindaco e non solo la Marina ma tutta l’Elba dovrebbe essergliene grata. La stessa tradizione è continuata coi sindaci successivi, ossia con l’amico dott. De Fusco, il compianto dott. Martini e recentemente con Andrea Ciumei che, posso testimoniarlo in prima persona, hanno tutti appoggiato eventi e manifestazioni di grande livello, come fu ‘Elba jazz’ o il Festival sul mare di Peter Pracht, che ancora oggi sono da ricordare come eventi irripetibili all’Elba. Aggiungiamo infine l’instancabile attività della carissima Marilena Poletti Pasero con la quale collaborai fin dai Novanta del secolo scorso e che attraverso i suoi Incontri con l’Autore portò personaggi di primissimo piano della cultura e del giornalismo italiano e internazionale. Ricordo inoltre l’altrettanto grande professionalità di Anna Corradini Porta che per parecchi anni prima con il ‘Premio giornalistico arcipelago toscano’ e poi con altri frequenti appuntamenti ha intrattenuto il pubblico marinese e elbano con ottimi riscontri. Insomma, se dovessimo soppesare con spirito anche critico, ma obbiettivo la serie delle inziative culturali marinesi dei cinquanta anni passati potremmo forse discuterne i dettagli, ma nulla di più lontano dalla ‘bifolcaggine’, anche riflessa, potremmo ritrovarvi. Ai tempi nostri poi le iniziative culturali di Acqua dell’Elba, frutto della preparazione e della sensibilità di Fabio Murzi in primis, non lasciano adito a dubbio come pure quelle promosse da Gulliver Arte di Lorenzo Anselmi o dalla infaticabile e colta Patrizia Lupi. Ora veniamo a noi. Le nostre iniziative risalgono, appunto, a quella parte degli Incontri con l’Autore già citati che erano più di ‘nicchia’ per così dire e che per questo si tenevano nel giardino dell’hotel e che hanno visto Ernesto Ferrero, Noemi e Emerico Giachery, Gaspare Barbiellini Amidei, Manrico Murzi e mio zio Loris Jacopo Bononi, tanto per citarne alcuni, che credo siano tacciabili di tutto, ma non certo di far parte di una qualche tipo di ‘cultura fighetta’. Ciascuno di loro anzi ha lasciato un segno importante nella cultura italiana e non solo. Poi è arrivato il Premio la Tore e recentemente il ritorno del Premio Strega all’Elba.’ primo nasce nel 2005 per iniziativa di Franco e Lucia Semeraro che inventano quell’anno un premio, al quale collaborai amichevolmente prima e poi direttamente dal 2008, che in diciotto edizioni ha visto partecipare personaggi del calibro di Camilleri, Vitali o Daverio per non parlare di illustri personalità pubbliche come Veltroni o l’attuale ministro della Cultura Franceschini in veste di scrittori, riverdendo la tradizione che vede in Marciana Marina la ‘capitale culturale dell’isola’. Lo Strega all’Elba infine, voluto dalla mai dimenticata Anna Maria Rimoaldi, poggese di adozione, la quale decise, chissà perché, di organizzare la sua vetrina del vincitore del suo illustre premio proprio alla Marina e che con il suo ‘pupillo’ ed erede alla Fondazione Bellonci Stefano Petrocchi abbiamo riportato, grazie a Franco Semeraro, tre anni orsono con grande successo, mi sembra che non abbia bisogno di commenti. Mi si lasci spezzare infine una lancia per i ‘poveri’ Moccia e Volo: in modo diverso, ma simile rappresentano quella ‘cultura popolare’ nella letteratura che fa vendere milioni di libri alle case editrici che li pubblicano. Autori che trovi anche all’autogrill certo, ma che hanno rappresentato e sono amati da una fetta di pubblico ampia di lettori italiani che il nostro premio, davvero lontano dalla ‘cultura fighetta’ di cui parliamo e leggiamo, si onora di rappresentare.

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