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Guerra

“L’Ucraina e il tempo della pace”

ucraina, esplosioni

Da Enzo Sossi

La risposta immediata alla brutale invasione della Russia ha prodotto sanzioni che hanno escluso Mosca dall’economia globale e hanno imposto sacrifici al suo popolo ma anche ai cittadini occidentali. I prezzi record della benzina, del gas, dell’energia elettrica, uniti all’alta inflazione hanno indebolito le economie europee. Inoltre, al peggio non c’è mai fine, la difficoltà di approvvigionamento del grano prodotto in Ucraina, uno dei granai del mondo a causa della guerra, porterà conseguenze importanti in occidente o primo mondo con l’aumento del costo del pane, mentre nei paesi in via di sviluppo, come in Africa, gli effetti saranno peggiori con la crescita della povertà e della fame tra le popolazioni indigene a cui seguirà, inevitabilmente, una migrazione di massa che si dirigerà verso il bacino del Mediterraneo e attraverso la Libia verso l’Italia front-line europeo.
Tuttavia, poco a poco la pressione sta crescendo per porre fine alla guerra, mentre Zelensky invoca armi pesanti e la Russia continua a conquistare territori nel sud-est del paese. I leader occidentali sono vulnerabili alle pressioni politiche dovute al conflitto. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato recentemente che umiliare il presidente russo Vladimir Putin non renderà più facile un accordo post-bellico e ha aggiunto che dopo che l’Ucraina avrà vinto dovrà parlare con la Russia. L’entrata del Paese nell’Unione Europea potrebbe richiedere anni.
Apparentemente l’Occidente si presenta unito e coeso, i tre leader principali dell’Unione Europea, Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, erano giovedì scorso a Kiev per garantire al presidente ucraino Volodymyr Zelensky sostegno, aiuti, l’adesione alla UE e per apprestare un cammino verso la pace. In molte guerre la firma di un accordo di pace diventa chiaro molto prima che i combattimenti si fermino. L’Ucraina potrebbe dover dichiarare la neutralità in cambio di garanzie di sicurezza e Kiev dovrebbe accettare negoziati, anche a lungo termine con Mosca sul futuro status della Crimea e della regione del Donbass.
Sapere come sarebbe la risoluzione di una situazione di stallo non sempre la rende più facile da raggiungere. Basta chiederlo ai palestinesi e agli israeliani.

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