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“L’Italia e la Nato, ecco alcune opinioni”

ucraina, esplosioni

Da Enzo Sossi

Con la guerra in Ucraina sento parlare della NATO e mi sono chiesto cos’è il Patto Atlantico? L’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico è una delle principali istituzioni internazionali del mondo, è un’alleanza politica e militare che riunisce 30 paesi dell’Europa e dell’America settentrionale che si riuniscono per consultarsi e cooperare nel campo della sicurezza e della difesa. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, due democrazie, la Finlandia e la Svezia, storicamente neutrali, hanno deciso e chiesto di aderire e pare che anche la Svizzera, altro paese neutrale, abbia intenzione di seguire il loro esempio. Il Trattato viene firmato il 4 aprile 1949 a Washington da 10 Stati europei – Belgio, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito – e due Stati nordamericani – Stati Uniti e Canada – nel corso degli anni il loro numero è aumentato. In Italia sono presenti circa 13 mila soldati USA. In Europa nel 1987 erano presenti circa 400 mila soldati USA, col tempo sono diminuiti, oggi con la guerra in Ucraina sono circa 100 mila. Con questi numeri, a mio parere, diventa difficile parlare di espansionismo della NATO come fanno taluni, che sembra più ad un pretesto per giustificare e avvalorare la propaganda di Putin per l’avvenuta invasione dell’Ucraina. Dalla fine della Guerra Fredda a prima della crisi Ucraina, la presenza dei soldati USA in Europa è diminuita dell’80% e se nel 2024 vincerà Trump, probabilmente, la loro presenza diminuirà ulteriormente. Come europei pare sfuggirci che l’Europa non è più strategicamente importante, per Washington la Russia non è più la principale preoccupazione. Biden durante la recente visita a Tokio ha dichiarato: la Cina è la principale minaccia e in caso d’invasione cinese di Taiwan gli Stati Uniti entreranno in guerra. Della vecchia URSS oggi Russia, a Washington non importa molto e le beghe tra Russi ed Europei vengono considerate una perdita di denaro e di tempo e preferirebbero concentrarsi sull’Asia dove si gioca la vera partita del XXI secolo. La NATO non ha nessuna intenzione di mettere piede in Russia, considerato un paese economicamente povero, con una popolazione poco benestante, con scarsa valenza economica se non per le risorse naturali che servono all’Europa e non ai Nordamericani. Sarebbe opportuno chiedersi come mai ancora oggi molti italiani si lamentano della NATO. Le nostre Forze Armate, a parere di alcuni analisti internazionali, sarebbero in grado di fronteggiare un’eventuale invasione da parte della Russia per 15/30 giorni. Per garantire la nostra sicurezza è fondamentale l’ombrello della NATO. In Italia è presente una corrente di pensiero, ma non solo, favorevole a Putin. Draghi è stato chiamato al governo anche per riaffermare l’atlantismo e l’europeismo italiano a fronte di una deriva favorevole al regime autocratico di Putin, travestito da molti connazionali in “equidistanza” se non “esercizio di diritto” o di libertà ad esempio di stampa. L’antiamericanismo, storicamente presente in alcune frange della popolazione italiana, accompagnato da sussurri di un possibile ritorno al governo di partiti politici sovranisti come l’Ungheria di Viktor Orban, rischiano di mettere in discussione la politica estera italiana. La democrazia, l’atlantismo, l’europeismo devono essere continuamente coltivati, riaffermati e rafforzati. Non credo che la NATO o l’Unione Europea abbiano bisogno dell’Italia, al contrario siamo noi ad avere bisogno della sicurezza che ci garantisce il Patto Atlantico e dei fondi per il rilancio del paese con il Piano nazionale di resistenza e resilienza di Bruxelles. Infine, immagino che i contribuenti statunitensi sarebbero felici di non doversi più fare carico delle spese per la difesa di un paese come l’Italia che vorrebbe i Russi in casa propria.

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