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Provincia di livorno

“Le donazioni di sangue e plasma resistono alla pandemia”

La presidente toscana Claudia Firenze: “Un risultato frutto del grande impegno di tutti, la carenza di sangue e dei suoi derivati è una sconfitta per l’intera società”

Sangue, mancano i gruppi A e 0 positivo e negativo

Da Avis Toscana

Livorno ha chiuso il 2021 con il segno meno per quanto riguarda la raccolta di sangue, plasma e multicomponente. Un calo generale comunque contenuto all’1,6% come riportano i dati relativi allo scorso anno illustrati dalla presidente di Avis Toscana Claudia Firenze in occasione dell’assemblea regionale dell’associazione all’Hotel Borgo Palace di Sansepolcro (Arezzo).

Un risultato in cui pesano gli effetti a lungo termine della pandemia, mitigati solo dall’impegno sinergico di Avis, delle istituzioni, dei trasfusionisti e delle altre associazioni del dono. Numeri in calo in tutta la regione, influenzati da diversi fattori, dalla campagna vaccinale alle varie ondate del virus, dalla riduzione degli orari dei centri trasfusionali fino al calo del personale sanitario e alla ridotta promozione. Nella provincia di Livorno rispetto al 2020 le donazioni sono diminuite di 305 unità (-1,62%) passando da 18859 alle 18554 del 2021.

Comunque positiva la raccolta di sangue intero, che ha retto i colpi inferti dal Covid crescendo dello 0,5% (63 unità in più, da 12837 a 12900) rispetto al 2020. Nella provincia di Livorno, la decrescita maggiore si è verificata nella raccolta dei multicomponenti, che ha toccato il -9,5%, -37 unità calando da 389 a 351 donazioni. In discesa, come da andamento medio della Toscana, anche il plasma: -6% (-331 prelievi), passando da 5634 nel 2020 a 5303.

Il totale dei soci donatori è di 11085, di cui 9017 attivi nel 2021. I nuovi soci sono 850 (444 uomini e 406 donne), di cui il 28,24% (204 nuovi iscritti) compresi nella fascia d’età tra i 18 e 25 anni.

Nel 2021 dai donatori di sangue toscani di Avis sono state effettuate 82 mila donazioni di sangue intero (il 74%), 25600 di plasma e oltre 3000 di multicomponenti. Se il dato relativo al sangue è in crescita del 2% (2000 donazioni in più), il plasma è sceso del 12%, con 3400 prelievi in meno. Nell’Area Vasta Nord Ovest la maggioranza delle sedi Avis ha presentato un andamento negativo, con la zona della Versilia che ha manifestato la maggior perdita di donazioni con un 7% in meno rispetto al 2020 (peggio ha fatto solo Prato), seguita dalla provincia di Massa Carrara. Le province di Livorno e Pisa, invece, hanno registrato una diminuzione più contenuta. Fa eccezione Lucca, che continua a crescere pure nel 2021 realizzando il 5,8% in più di donazioni.

“Anche nella provincia di Livorno, come nella maggior parte della Toscana, si registrano risultati e numeri negativi per quanto riguarda il totale delle donazioni – commenta la presidente di Avis Toscana, Claudia Firenze – ma grazie a un impegno enorme da parte di tutti, associazioni, trasfusionisti e istituzioni, abbiamo evitato una crisi ben peggiore e adesso siamo pronti a rilanciare la raccolta del sangue e del plasma”.

“Quella di Livorno – continua Firenze – è una provincia composita e ricca con un capoluogo sempre molto attivo con progettualità innovative, senza dimenticare la parte della Val di Cornia e della Bassa Val di Cecina che sperimentano attività legate allo sport, specie sui corretti stili di vita. Un discorso particolare va fatto poi sull’Isola Elba, realtà del tutto peculiare a cui non facciamo mancare il nostro sostegno. Abbiamo recentemente cominciato gli incontri con le diverse Avis della provincia. Siamo già stati a Livorno e presto andremo in tutte le altre zone, compresa, appunto l’Elba”.

“La carenza di sangue e dei suoi derivati – conclude la presidente di Avis Toscana – è una sconfitta per l’intera società, donare significa salvare delle vite. Da un lato potenzieremo la campagna di sensibilizzazione, in un’estate che si preannuncia più serena della precedente, sfruttando ogni mezzo possibile, dall’altro dovrà aumentare l’efficienza del sistema trasfusionale così da non disperdere gli sforzi dei donatori. Un dato che mi ha fatto piacere a livello regionale è la crescita delle donatrici nella fascia 18-25 anni, in controtendenza rispetto a ciò che riscontriamo nei più adulti e che ci fa ben sperare per il futuro”.

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