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Covid

“Obbligo mascherine nella scuola, valutare determinazioni più idonee”

Lo chiede la garante Camilla Bianchi con una nota inviata alle autorità di governo regionale dopo “il significativo numero di segnalazioni” che i genitori hanno inoltrato al suo ufficio

mascherina covid

Dall’ufficio stampa del Consiglio Regionale

“Valutare l’opportunità di assumere determinazioni più idonee in merito all’uso obbligatorio delle mascherine”, con l’obiettivo di fornire, “quantomeno con riguardo alla scuola dell’infanzia, uno specifico indirizzo, costituzionalmente orientato e ispirato al fondamentale principio di ragionevolezza, in ordine all’applicazione della normativa in questione che, pur nella salvaguardia della salute pubblica, tenga conto del livello di accettabilità delle mascherine da parte degli alunni che vengano a vivere situazioni discriminanti oggettivamente del tutto irrazionali e perniciose”. È quanto chiede Camilla Bianchi, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Toscana, con una nota inviata al presidente della Giunta regionale, agli assessori alla Sanità e all’Istruzione, al presidente del Consiglio regionale e ai consiglieri dell’Assemblea legislativa toscana.

La nota prende le mosse dal “significativo numero di segnalazioni” inoltrate all’ufficio della Garante “da parte di genitori che esprimono il loro forte dissenso” nei confronti del decreto legislativo n. 24 del 24.03.2022, “laddove impone l’obbligo generalizzato ‘di utilizzo dei dispositivi individuali di protezione delle vie respiratorie di tipo chirurgico nelle scuole fatta eccezione per i bambini sino a sei anni di età’, chiedendo un mio specifico intervento al riguardo”.

I genitori, spiega la Garante, citando la circolare esplicativa ministeriale del 29 marzo 2022 inviata agli istituti scolastici, sottolineano come siffatta misura sia un paradosso, atteso che l’obbligo sarebbe stato introdotto in virtù del “miglioramento del quadro epidemiologico dell’infezione da Covid-19 su tutto il territorio nazionale e la diffusione dei vaccini anche tra i bambini nella fascia di età 5-11”. Aggiungono, sempre in via generale, come il CTS nel verbale n.10 del 21 aprile 2021 abbia formalmente espresso il proprio “parere contrario sull’ipotesi di prescrivere l’uso, da parte degli studenti, dei dispositivi FFP2, non essendo consigliabile l’uso continuato di tali dispositivi per lungo tempo”.

I genitori, ricorda ancora la Garante, “rilevano, con specifico riguardo alla Scuola dell’infanzia, come la stessa preveda una didattica basata sul movimento e sul gioco-apprendimento che non può di certo essere paragonata a quella “da seduti” che caratterizza le altre scuole e che non è di conseguenza compatibile con l’uso obbligatorio di mascherine”. E “osservano infine, circostanza di maggior rilievo, come la sopravvenuta normativa possa comportare nella scuola dell’infanzia una differente gestione del ‘gruppo classe’ in ragione del compimento o meno dei 6 anni d’età da parte degli alunni, determinando di conseguenza delle situazioni discriminanti oggettivamente del tutto irragionevoli e peraltro di difficile gestione da parte sia dei dirigenti scolastici e degli insegnanti che dei genitori”. Può infatti accadere, come i genitori hanno segnalato alla Garante, “che in una scuola dell’infanzia un solo alunno abbia già compiuto 6 anni e, pertanto, sia l’unico obbligato a portare la mascherina, con ogni consequenziale ed immaginabile effetto deleterio per il benessere psicofisico di tale bambino”.

Come già accaduto in altre circostanze simili, la garante Bianchi ha ricordato, rispondendo alle segnalazioni dei genitori, di non essere “titolare per legge di alcun potere normativo e come, pertanto, esuli dalle mie competenze la possibilità di intervenire direttamente in qualsivoglia modo sulle misure precauzionali sanitarie di contenimento e contrasto del rischio di epidemia di COVID-19 assunte a livello statale”. Tuttavia, prosegue la Garante, “in ragione dell’oggettivo rilievo della problematica in questione”, con la nota inviata alle autorità di governo regionale, “ho ritenuto doveroso, nell’ottica della leale collaborazione istituzionale, di dover sottoporre alla vostra attenzione la problematica pressantemente segnalata a questo Ufficio, affinché, nell’ambito delle vostre competenze istituzionali, possiate assumere le determinazioni ritenute più opportune in merito all’uso obbligatorio delle mascherine a scuola”.

Tale segnalazione, come già ricordato, ha l’obiettivo di fornire, “quantomeno con riguardo alla scuola dell’infanzia, uno specifico indirizzo, costituzionalmente orientato e ispirato al fondamentale principio di ragionevolezza, in ordine all’applicazione della normativa in questione che, pur nella salvaguardia della salute pubblica, tenga conto del livello di accettabilità delle mascherine da parte degli alunni che vengano a vivere situazioni discriminanti oggettivamente del tutto irrazionali e perniciose”.

A questo proposito la Garante segnala alla Giunta e al Consiglio regionali la “circostanza per cui lo stesso Ministero dell’Istruzione con la circolare del 13.08.2021 abbia precisato, con riguardo al pregresso D.L 111/2021, che “La misura pare doversi adattare al contesto scolastico in cui i …(bambini)… sono inseriti. Ovvero in ragione dei principi di coerenza e ragionevolezza funzionali alla didattica, non pare necessario l’utilizzo della mascherina nella scuola dell’infanzia anche per i piccoli che hanno compiuto 6 anni…”.

E sul piano dei principi generali di ordine sovranazionale, conclude la garante Bianchi, segnala che l’articolo 3, comma 1 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ratificata dall’Italia con la legge 176/1991, dispone espressamente che “In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente”.

 

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