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Fonti rinnovabili

“L’economia in Toscana, la guerra in Ucraina”

Archiviati i tralicci, come avremo energia per 10 anni

Da Enzo Sossi

“L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare” la frase iconica del “Ginettaccio” l’immortale toscano tutto d’un pezzo, che solo lui poteva pronunciare che, dopo l’attentato a Togliatti, con la vittoria al Tour de France contribuì ad evitare una possibile carneficina da guerra civile. Ed è tutto da rifare a causa della guerra in Ucraina per l’economia della Toscana fondata su agricoltura, industria e turismo; sull’impresa medio-piccola e media. In grande ripresa dopo due anni di pandemia di Covid-19, con ottime prospettive di sviluppo grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza prima del 24 febbraio 2022 quando alle ore 4:00 il presidente russo Vladimir Putin ha deciso l’invasione dell’Ucraina, senza motivo, senza provocazione. Siamo nuovamente in crisi. Le nostre aspettative, le nostre speranze sono andate in frantumi. Lo scorso dicembre il PIL toscano era a + 6% ore siamo a – 3%. La celebre frase di Gino Bartali torna attuale. La guerra in Ucraina avrà delle conseguenze in Toscana, rimodellerà la nostra economia, mettendo la parola fine alla globalizzazione che abbiamo visto negli ultimi trent’anni. Un cambio di prospettiva di tale portata sarà la premessa per un’accelerazione dell’inflazione. Le conseguenze della guerra in Ucraina sul settore dell’energia in Toscana dipendono dalla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento, dall’aumento della fornitura di petrolio e gas dagli Stati Uniti – anche tramite il rigasificatore offshore di Livorno – il consumo di carbone potrebbe aumentare nel corso del prossimo anno. Ciò rallenterà inevitabilmente il progresso regionale verso il net zero nel breve termine. A lungo termine gli eventi recenti accelereranno effettivamente il passaggio della Toscana a fonti di energia più ecologiche, più pulite, anche all’Elba. Tra le sfide, con l’aumento della domanda di fonti di energia rinnovabili e dell’uso di tecnologie pulite la nostra Regione si potrebbe rinnovare con un possibile cambio paradigmatico del modello di sviluppo economico finora perseguito, mettendo al centro l’uomo, il territorio. Sarebbe opportuno considerare cosa questo significhi per le aziende toscane in sinergia e stretta collaborazione con la Regione, con i Comuni, con le Provincie, con il territorio per uno sviluppo sostenibile sapendo cogliere il momento della ripartenza che ci sarà alla fine della guerra. Programmare, avere una visione condivisa per il domani facendo della Toscana un esempio. Il futuro dipende da noi.

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