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Bus, possibili disagi l’8 marzo: stop di 24 ore

Nella provincia di Livorno ed all'Isola d’Elba il servizio sarà garantito in due momenti della giornata: dalle 6.30 alle 9.30 e dalle 12 alle 15.

bus, autista

Da Autolinee Toscane

Martedì 8 marzo 2022 i bus di Autolinee Toscane potrebbero subire ritardi o cancellazioni di corse a causa dello sciopero generale di 24 ore del settore pubblico e privato, indetto CUB Trasporti e COBAS Lavoro Privato.

Durante lo sciopero, che coinvolgerà anche il settore trasporti, durante la giornata, sono previste due fasce orarie di garanzia del personale viaggiante in cui il servizio sarà garantito, differenti in ogni provincia della Toscana.

Nella provincia di Livorno ed all’Isola d’Elba il servizio sarà garantito in due momenti della giornata: dalle 6.30 alle 9.30 e dalle 12 alle 15.

Fuori da queste fasce di garanzia la regolarità del servizio dipenderà dal grado di adesione allo sciopero. La percentuale di adesione all’ultimo sciopero ad Autolinee Toscane del 4 febbraio 2022, cui aderirono COBAS Lavoro Privato, Usb e FAST Slm Confsal, fu del 22,72%.

Per informazioni si invitano i passeggeri a consultare il sito www.at-bus.it, oppure a chiamare il numero verde di Autolinee Toscane: 800 14 24 24 (Lun-Dom 6-24). Si possono anche seguire le info pubblicate sui nostri canali social: Twitter: @AT_Informa ; Facebook: Autolinee Toscane.

Lo sciopero è stato indetto da CUB per la tutela di salute e sicurezza delle lavoratrici; rinnovo della moratoria sui licenziamenti; salvaguardia dei diritti nel lavoro agile; welfare pubblico ed un universale; pensione dignitosa a 60 anni; diritto a salari e carriere senza discriminazioni; contro politiche di austerity; contro la precarietà lavorativa e sociale. Ed è stato indetto da COBAS Lavoro Privato contro lo sfruttamento del lavoro femminile; contro la divisione sessuale del lavoro; contro la violenza verso le donne; per scuola pubblica e diritto allo studio e lavoro stabile; per una sanità pubblica potenziata; per la stabilizzazione dei lavoratori nella P.A., per servizi che non scarichino sulle donne tutto il lavoro di cura; per l’uscita dallo stato di emergenza.

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