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“Lavori di messa in sicurezza della costa, ecco alcune precisazioni”

L'ingegner Luciano Fantoni: "La zona umida di Schiopparello, Sito di Interesse Regionale, è limitata alle Prade, dove un tempo sorgeva un’importante salina"

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Dal comune di Portoferraio

In merito all’intervento di Legambiente sui lavori di messa in sicurezza della costa a Schiopparello-Magazzini il progettista e direttore dei lavori, ingegner Luciano Fantoni, precisa quanto segue: “Tutte le opere sono state approvate dai vari organi di tutela del territorio. Il progetto è finanziato con fondi della Protezione Civile della Regione Toscana ed è soggetto a monitoraggio in corso d’opera e dopo la fine dei lavori. La prima considerazione riguarda l’eclatante confusione geografica: la zona umida di Schiopparello, Sito di Interesse Regionale, è limitata alle Prade, dove un tempo sorgeva un’importante salina, ed è situata ad Ovest della villa di Torre del Sale e del Fosso del Fabbrello. L’intervento di contrasto dell’erosione costiera in corso d’opera è rigorosamente limitato ad Est di Torre del Sale e dell’area protetta, e si estende per l’intero tratto di costa fino all’approdo nautico di Magazzini”.

“L’intervento descritto da Legambiente non interessa altro che un comune terreno agricolo, confinante con la spiaggia di Schiopparello Est, di proprietà del Demanio Marittimo, con delimitazioni incerte e non facilmente riscontrabili sul terreno. La Posidonia spiaggiata, che certamente è una risorsa per il mare e per le spiagge emerse e sommerse, non è stata asportata, ma semplicemente raccolta e sistemata trasversalmente sulla parte alta della spiaggia, in aderenza alla piccola duna, che essenzialmente è costituita da un canneto, in parte inestricabile, ma in più parti distrutto, anche in area demaniale, per creare passaggi dal terreno retrostante o per realizzare gazebi fissi. Il canneto include anche qualche tamericio. Lo spostamento di pochi metri della Posidonia, consentito dalla normativa vigente, non ha comportato la distruzione delle canne o dei tamerici, ed è del tutto compatibile con il processo naturale: le mareggiate asportano le foglie per lo più morte di Posidonia, le sospingono a riva, dove col tempo l’azione del vento e del sole le sbriciolano e le sospingono nella parte alta della spiaggia, insieme ai sedimenti di spiaggia, costituendo e mantenendo la duna costiera, se questa non viene distrutta da interventi antropici. Non era e non è negli obiettivi del progetto l’asportazione e il riutilizzo sia pure innovativo della Posidonia spiaggiata, che dovrebbe preferibilmente rimanere nella sua collocazione naturale: la spiaggia e il suo immediato entroterra. Poiché l’intervento è in corso, l’assetto finale di progetto non è stato ancora realizzato e, certamente, in alcuni casi non si presenta ancora esteticamente come sarà a lavori finiti. Si chiede solo un po’ di pazienza. Contatti sono stati attivati e sono in corso con i vari proprietari delle strutture e dei terreni limitrofi per comprendere e correggere, se necessario e fattibile, qualche particolare che possa essere risultato sgradevole”.