LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Territorio

“Le promesse di sostenibilità e di non consumare suolo non vengono mantenute”

Le osservazioni di Legambiente al Piano Strutturale Intercomunale di Marciana e Marciana Marina.

Marciana e Marciana Marina, Piano Strutturale Intercomunale: la pubblicazione sul B.U.R.T.

Da Legambiente Arcipelago Toscano

Un Piano Strutturale, soprattutto se intercomunale, dovrebbe definire le strategie di sviluppo sostenibile di un territorio inquadrandole nel più ampio scenario del riscaldamento globale e della tutela della biodiversità così come indicato dall’Agenda 2030 (17 Obiettivi di sviluppo sostenibile – SDG) Onu e delle direttive europee su clima, energia, biodiversità, agricoltura, acque, dall’European Green Deal e dalle convenzioni internazionali sull’urbanistica sottoscritte dal nostro Paese, un respiro e uno sguardo al futuro che sembrano mancare totalmente al Piano Strutturale Intercomunale Comuni di Marciana e Marciana Marina, che si limita a un’elencazione di “capitoli” e “buone intenzioni generiche” che a volte non sono nemmeno all’altezza del Piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico della Regione Toscana, proponendo ipotesi che avranno comunque un forte impatto sul paesaggio e su risorse ambientali limitate e già sovrasfruttate.

Le previsioni del Piano per quanto riguarda le nuove edificazioni sembrano non tener conto che la stasi demografica apparente in entrambi i Comuni nasconde in realtà una sostanziale diminuzione (e invecchiamento) della popolazione residente, mascherato da centinaia di residenze di comodo per motivi fiscali/contributivi che mitigano a loro volta l’imponente fenomeno della crescita incontrollata delle seconde, terze e quarte case in entrambi i Comuni, dove le case disabitate durante l’inverno superano di gran lunga quelle abitate e il numero dei nuclei familiari residenti, raggiungendo in alcune frazioni, pur interessate da nuove previsioni abitative del P.S, anche l’80 -90% del costruito.

Ci troviamo quindi di fronte a un territorio nel quale, con minime politiche per la casa e gli affitti, la già scarsa emergenza abitativa sarebbe nulla, ma dove le politiche del passato per le cosiddette “prime case” e i PEEP si sono rivelate fallimentari e sono andate in gran parte ad alimentare il mercato immobiliare e la rendita.

Dispiace che anche in questo caso i dati siano lacunosi o nulli (vedasi ricettività alberghiera ed extra-alberghiera) e che il fenomeno imponente delle seconde case sia stato completamente ignorato.

Infatti, il risultato della bulimia edificatori dei precedenti strumenti urbanistici costruttiva non è stata una maggiore disponibilità di abitazioni per chi ne ha realmente bisogno – giovani coppie. famiglie monoreddito, famiglie a basso reddito – ma in una sequela di appartementi in vendita e in affitto a prezzi e<inaccessibili che restano invenduti o affittati per poche settimane estive, spesso alimentando l’economia in nero. Il Piano Strutturale sembra voler proseguire su questa strada senza affrontare realmente il problema dell’accesso a case e affitti a prezzi ragionevoli e adagiandosi sulla continuazione dell’economia della rendita.

L’obiettivo dichiarato del Piano Strutturale Intercomunale è quello di «tutelare, salvaguardare e valorizzare l’intero territorio sovracomunale inteso nella sua accezione di risorsa e bene non riproducibile ne’ inesauribile. Tutto ciò tenendo presente l’impossibilità di ogni ulteriore consumo del suolo a fini insediativi ed infrastrutturali, privilegiando viceversa il recupero del patrimonio edilizio esistente sottoutilizzato o non congruamente utilizzato e/o in conflitto funzionale con il contesto, favorendo trasformazioni urbanistiche ed addizioni in forme compatte». Ma le previsioni sembrano andare in tutt’altra direzione, visto che alcune risorse: spiagge, acqua, coste, praterie sottomarine di Posidonia oceanica, sono già sfruttate e subiscano impatti antropici oltre la loro sostenibilità e che già nelle estati 2020 e 20021 hanno dovuto sopportare l’assalto di un turismo incontrollato e che ha mostrato che queste risorse sono ormai ben oltre l’uso insostenibile e che gli stessi servizi pubblici (rifiuti, trasporti, gestione di porti e approdi) non sono più in grado di sostenerlo.

Anche le misure di Riorganizzazione, qualificazione e completamento del tessuto dei centri edificati esistenti non sembrano all’altezza delle sfide energetiche per combattere il riscaldamento globale e delle stesse politiche europee e nazionali. Occorre maggiore coraggio per la solarizzazione dei tetti anche nei centri storici e per l’incremento delle energie rinnovabili onshore e offshore, per l’elettrificazione dei trasporti terrestri e per il risparmio energetico spinto nelle abitazioni private e negli edifici e negli impianti e infrastrutture pubbliche.

Nel Piano Strutturale, il condivisibile impegno a ridurre il consumo di suolo viene platealmente contraddetto dalle previsioni reali.

Secondo il “quadro riassuntivo della programmazione prevista dal Piano Strutturale Inter-Comunale di Marciana e Marciana Marina: previsione per ogni singola U,T.O.E.” emerge che in tutto nel Comune di Marciana si prevedono 136 nuovi alloggi per 13.600,00 m2; 5.500,00 m2 di ampliamenti e

16.000 m2 di turistico-ricettivo e servizi; 3.500,00 m2 di artigianale e commerciale. In tutto 38.600 m2 ai quali si andranno ad aggiungere altrettanti o più m2 di “pertinenze” con parcheggi, accessi e altre strutture in cemento e asfalto.

Preoccupano soprattutto le previsioni per l’UTOE Procchio (70 alloggi, 7.000 m2, nuovi servizi per 2.000 m2; artigianale e commerciale per 2.000 m2; ampliamenti per 1.000 m2) e per la contigua UTOE Marmi–Literno (18 alloggi per 1,800 m2; servizi per 800 m2; Turistico ricettivo per 500 m2; commerciale-artigianale per 500 m2; ampliamenti per 500 m2).

In tutto, nella frazione di Procchio, a forte rischio idraulico e che ha subito due alluvioni in meno di 10 anni, ad alta concentrazione di seconde case e di attività turistico-alberghiere, con una spiaggia in accelerata erosione, fortemente privatizzata e che è già sovraffollata ben oltre i limiti di sostenibilità, si costruirebbero ben 88 nuovi alloggi, oltre il 64% delle previsioni per l’intero territorio comunale, che non potrebbero che essere realizzati che in quel che resta della piana di Campo all’Aia e di Procchio e nell’area rurale dei Marmi, aree dove invece andrebbe tutelato – anche in funzione antierosiva e di ripascimento naturale – quel che resta dell’ambiente retro-dunale a Procchio e quello campestre ed agrario ai Marmi.

Si tratta, come detto di due aree delicate e a forte rischio idrogeologico nelle quali queste previsioni vanno assolutamente riviste, misurate con le reali necessità e tenendo conto sia dei rischi ambientali non ancora risolti, dell’accelerato depauperamento delle risorse in corso e del disordinato sviluppo urbanistico degli anni passati che hanno mutato la situazione delle due UTOE accrescendo i rischi e ferendone le bellezze paesaggistiche.

Lo stesso vale anche per le altre UTOE dove le previsioni sembrano più “meccanicistiche”, con cifre che sembrano più determinate dalle dimensioni della frazione/UTOE che dalle reali necessità e dalla disponibilità delle risorse territoriali e ambientali e delle invarianti, pure più volte citate ma non ben rispettate e/o non comprese.

Dati i vincoli esistenti del Parco, che anche in zona D prevede nuove costruzioni solo se destinate a utilizzi finalizzati alla valorizzazione dell’area protetta e delle attività sostenibili, e difficile comprendere come si intendono costruire nuove abitazioni in paesi – a forte invecchiamento, spopolamento e gentrificazione – come Marciana (18 abitazioni) e Poggio interamente compresi nell’area protetta, oppure in località come Pomonte e Chiessi, Patresi, Sant’Andra-Zanca che rappresentano piccole enclave circondate dal PNAT, se non saturando l’area non ancora costruita e riducendo così i parametri di verde pubblico e privato.

Vi sono poi previsioni di nuova ricettività turistica sparse per il territorio che, ancora una volta, più che a reali necessità sembrano corrispondere a mere previsioni “meccanicistiche” e non a bisogni reali della popolazione che non siano quelli della rendita immobiliare.

Si tratta, per tutte l’UTOE del Comune di Marciana, di previsioni che vanno fortemente ridimensionate riducendole – ove ce ne fosse bisogno – alle reali necessità abitative.

Le previsioni per Marciana Marina, il più piccolo Comune della Toscana per estensione e il cui territorio esterno a quello protetto dal Parco Nazionale e da altri vincoli di carattere paesaggistico e ambientale è ormai stato praticamente saturato dalle costruzioni di abitazioni, soprattutto – come nel caso di Marciana di seconde, terze e quarte case che rappresentano la stragrande maggioranza del patrimonio edilizio – provocherebbero una completa occupazione dei pochi terreni agricoli e incolti rimasti nella piana con altre 28 nuove abitazioni nell’UTOE Paese (2.750.00 m2) e con un’ulteriore cementificazione diffusa verso il confine col Comune di Marciana se si comprendono anche le 17 abitazioni previste nell’UTOE Capitella. Anche qui ci si chiede dove sia finita la promessa di impedire nuovo consumo di suolo, visto che si finirebbe per consumare quasi tutto quel poco che è rimasto.

Quanto detto sopra per alcune frazioni di Marciana che rappresentano enclave all’interno del territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano vale anche per le UTOE del Bagno e della Cala, dove il Piano Strutturale intercomunale prevede 5 nuove abitazioni per ciascuna e che risulta davvero difficile capire dove verrebbero collocate, se non a ridosso della stretta e vincolata fascia costiera esterna al Parco – in alcuni casi a picco sul mare – o dentro l’Area protetta dal PNAT.

Le previsioni di 5.450,00 m2 di nuove abitazioni previste, alle quali si aggiungerebbero 3.400 m2 di ampliamenti turistico ricettive e 4.610 m2 di commerciale e artigianale, vanno riviste alla luce di una situazione urbanistica nella quale tutti i parametri di sostenibilità sono già stati da tempo abbondantemente superati – Marciana Marina è uno dei Comuni con il più alto consumo di suolo della Toscana – in un territorio che resta ancora ad elevato rischio idro-geologico nonostante le opere post-alluvione effettuate e dove esistono solo piccole spiagge di ghiaia con la principale – quella della Marina – in fortissima e avanzata erosione.

Si tratta, per tutte l’UTOE del Comune di Marciana Marina, di previsioni che vanno fortemente ridimensionate riducendole – ove ce ne fosse bisogno – alle reali necessità abitative.

Il Piano Strutturale Intercomunale Comuni di Marciana e Marciana Marina appare quindi in contrasto con le normative urbanistiche della Regione Toscana, in particolare con quelle sul consumo di suolo e il Piano di Indirizzo territoriale (PIT) con valenza di Piano paesaggistico e, per le previsioni di alcune UTOE, può contrastare con le previsioni e i vincoli del Piano del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e con altri vincoli presenti in base alle Direttive Ue Habitat e Uccelli (Zona di conservazione speciale e Zona di Protezione speciale Monta Capanne Enfola) e con quelli paesaggistici.

Si chiede quindi di accogliere le presenti osservazioni provvedendo a una forte riduzione delle previsioni edificatorie del Piano, a una maggiore corrispondenza delle previsioni con i vincoli presenti, con il Piano del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e con gli strumenti urbanistici vigenti della Regione Toscana.