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Emergenza cinghiali, “non è più tempo di rimandare”

Scritto da Vittorio Rigoli - Comitato per l'eradicazione del cinghiale dall'isola 
d'Elba

Cinghiali all’Elba: Coldiretti al fianco della Comunità del Parco

Riceviamo e pubblichiamo la lettera arrivata in redazione dal Comitato per la eradicazione dei cinghiali all’Elba, scritta da un associato del Comitato.

“La mia azienda agricola si trova nella piana di Lacona.
Ho sempre avversato le recinzioni, penso che dove sia necessario definire una proprietà o una funzione d’uso si possano utilizzare siepi o semplici staccionate. Ma ora devo recintare tutto se voglio ancora produrre 
qualcosa sottraendo le colture alla devastazione sistematica operata dai 
cinghiali. Il costo è umano, economico, paesaggistico, energetico. Ma la 
drammatica emergenza coinvolge l’intera comunità elbana, a vario titolo, 
come da troppo troppo tempo evidente a tutti.
 Ora la regione Toscana non ha più alibi per continuare a rimandare una 
strategia efficace per il contenimento a zero degli ungulati alloctoni.
 Sulla scorta dell’iniziativa di mobilitazione del Comitato per 
l’eradicazione del cinghiale dall’Elba che ha preso corpo negli scorsi 
mesi, a partire dalla eleborazione di un corposo e rigoroso documento di approfondimento scientifico e storico della questione, la Comunità del 
Parco ha deliberato unanimemente la richiesta urgente alla Regione di 
revocare l’area vocata per la caccia al cinghiale e di predisporre un 
piano di intervento mirante al contenimento a zero. La delibera 
(invocata da anni da parte delle aziende agricole) è stata avallata da 
tutte le amministrazioni comunali, dal P.N. e dalle associazioni 
ecologiste. Un passo avanti storico, ma ora siamo ad una fase decisiva: 
la Regione dovrebbe autorizzare il P.N. a procedere con gli incarichi 
per la redazione di un piano operativo di contenimento a zero di 
cinghiali e mufloni, riconoscendo la specificità insulare, anche in 
relazione alla fragilità degli equilibri ecologici di un ambiente unico 
racchiuso in un piccolo territorio. Il momento è particolarmente 
favorevole quanto a possibilità di reperimento delle risorse necessarie 
utilizzando progetti “life” o il next generation E.U. Perso questo 
treno, temo ci si dovrà rassegnare alla definitiva devastazione della 
biodiversità e dell’assetto idrografico nonchè delle campagne e dei 
giardini.
 Fondamentale, nelle prossime settimane, incalzare la Regione 
richiamandola alle proprie responsabilità. Il rischio è che si affidi 
nuovamente la soluzione del problema a chi lo ha generato, ovvero le 
organizzazioni venatorie. Con un paradosso e un errore di calcolo. Il 
paradosso è nel conflitto di interesse che porrebbe i cacciatori 
(attraverso una gestione degli A.T.C.) nella condizione di essere al 
contempo coloro che hanno interesse a mantenere le popolazioni di 
ungulati per poterli cacciare (sperando in nuove aree vocate o di 
”soppiatto”) e coloro che, su incarico della Regione, dovrebbero 
assicurarne l’azzeramento sul territorio. L’errore di calcolo è nel 
puntare sull’efficacia della attività venatoria nel perseguire il 
contenimento. Infatti i cacciatori sono ormai pochi e anziani e le 
modalità di caccia privilegiate (braccata) sono un fattore di stimolo 
alla riproduzione dei cinghiali in conseguenza della organizzazione 
sociale della specie.
Dopo tanti anni di tentativi di mobilitazione per chiedere di risolvere l’emergenza ungulati, tentativi sempre naufragati sulla ignavia delle amministrazioni competenti e sul potere di interdizione del mondo 
venatorio, si avverte molta (quanto giustificata) rassegnazione al 
peggio. Ma si è aperta una opportunità, che non va sprecata. Facciamo 
sentire con rinnovata forza la nostra voce alla Regione affinchè si 
assuma finalmente la responsabilità storica di sottrarre il territorio 
insulare ad un destino di impoverimento ecologico, agricolo, 
paesaggistico ed infine economico nonchè di sempre più marcata 
instabilità idrogeologica. Occorre un sussulto di dignità istituzionale 
e di coraggio politico per assicurare un finale diverso a questa 
annosissima quanto devastante vicenda.
”

Vittorio Rigoli
Comitato per l’eradicazione del cinghiale dall’isola d’Elba

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