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Dissalatore e modalità di mineralizzazione dell’acqua, l’intervento di Marcello Meneghin

Scritto da Marcello Meneghin

Dissalatore e modalità di mineralizzazione dell'acqua, l'intervento di Marcello Meneghin

Riceviamo e pubblichiamo:

Mi riferisco all’articolo “Il dissalatore unica strada sicura e sostenibile per l’Elba” scritto da Autorità Idrica Toscana e pubblicato su Tirreno Elba News il 01.10.2021, 
in dettaglio faccio riferimenti al seguente paragrafo riportato prelevandolo integralmente dal giornale di Tirreno Elba News:

“I principali motivi per l’individuazione della localizzazione


La località Mola è il posto ideale. Grazie ai pozzi presenti in quella zona non si ha necessità di rimineralizzare l’acqua osmotizzata con elementi chimici. Quindi si avranno minori costi di investimento e soprattutto minore impatto ambientale e si elimina il traffico di materiali chimici verso l’impianto.”

L’Ente che ha scritto il precedente capitolo è lo stesso che ha approvato lo sbarramento artificiale del laghetto Condotto senza sapere cosa mai sia uno sbarramento artificiale in quanto è stato completamente dimenticato un elemento essenziale senza il quale il laghetto non ha tenuta idraulica. L’elemento ignorato è il diaframma di impermeabilizzazione delle spalle e del fondo della roccia dove poggia lo sbarramento e che ogni sbarramento artificiale possiede.

Ora asserire che la rimineralizzazione dell’acqua osmotizzata può essere ottenuta mescolandola con quella dei pozzi esistenti a Mola significa non tener per niente conto della variabile qualità dell’acqua che tali pozzi  possono produrre.

Io descriverò due casi estremi che sono l’acqua prodotta dai pozzi nel colmo dell’estate siccitosa e quella nel colmo dell’inverno. Nel primo caso trattandosi di periodi di scarsa precipitazioni di pioggia e di grandi consumi d’acqua potable, per estrarre l’acqua dai pozzi la falda deve essere depressa con le pompe (abbassata) fino a molti metri sotto il livello del mare. L’acqua emunta in tal caso è ricchissima di sale per il semplice motivo che ha luogo la risalita nella falda del cuneo salino cioè dell’acqua del mare. Nell’altro caso di prelievo invernale quando piove spesso la falda è molto alta e l’acqua estratta è praticamente priva di sali. Bene: tra questi due casi estremi sussistono una miriade di possibilità intermedie ognuna delle quali presenta acqua con diversa salinità in funzione del variabilissimo andamento climatico. Io vorrei sapere come sia possibile ottenere una buona riminalizzazione dell’acqua dissalata mescolandola con acqua che varia continuamente il suo tenore di sale. Si capisce bene che si sta commettendo un errore altrettanto grave di quello del laghetto Condotto.

Quello che accadrà quando si tenterà di adottare una modalità di mineralizzazione come quella descritta si otterrà esattamente la ripetizione di quello che è accaduto quando si è provato ad utilizzare il laghetto Condotto e cioè bisognerà subito abbandonare a sé stesso non un laghetto come il Condotto ma l’utilizzazione dei pozzi per mancato raggiungimento dello scopo. Anche in quella occasione si avrà la prova di un fallimento totale di cui, come per il laghetto, non sarà mai spiegata la motivazione vera la quale, in questo caso è consistita, assurdità massima, nella errata considerazione dei pozzi.

Marcello Meneghin