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Giulia Caminito finalista del Premio La Tore 2022 vince il Campiello

Scritto da Jacopo Bononi - Presidente Premio Letterario La Tore Isola d'Elba

Giulia Caminito finalista del Premio La Tore 2022 vince il Campiello

Scrivere di Giulia Caminito mi coinvolge in quanto lettore emozionato: la scrittrice che ha vinto il Campiello 2021 ha realizzato un’opera molto particolare. Giulia Caminito è nata a Roma nel 1988 e si è laureata in Filosofia politica. Ha esordito con il romanzo La Grande A, Giunti 2016: Premio Bagutta opera prima, Premio Berto e Premio Brancati giovani, seguito nel 2019 da Un giorno verrà (Bompiani, Premio Fiesole Under 40) e da L’acqua del lago non è mai dolce, Bompiani 2021. Proprio il romanzo vincitore del Campiello era già stato in finale al Premio Strega, vinto però da Emanuele Trevi con Due Vite (Neri Pozza). Aveva però vinto il Premio Strega Off. Inserita da tempo nella cinquina dei finalisti del premio letterario la Tore 2022, la Caminito ha avuto la proclamazione quale vincitrice del prestigioso Premio Campiello 2021 sabato 4 settembre all’Arsenale di Venezia. La Caminito ha ottenuto 99 voti su 270 votanti. All’annuncio della vittoria la scrittrice romana è scoppiata in lacrime. Così a caldo emozionatissima ha commentato la vittoria: (…) Non mi aspettavo assolutamente nulla, certo non pensavo di vincere. Dedico alle donne il mio premio, perché possano sempre avere la possibilità di leggere e scrivere ovunque (…). A seguire la vincitrice nella classifica finale Paolo Malagutti con Se l’acqua ride (Einaudi) con 80 voti, al terzo Paolo Nori con Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij (Mondadori) con 37 voti, al quarto Carmen Pellegrino con La felicità degli altri (La nave di Teseo) con 36 voti, al quinto Andrea Bajani con Il libro delle case (Feltrinelli) con 18 voti. La storia del romanzo vincitore è ambientata nel paese di Anguillara Sabazia sul lago di Bracciano. Protagonista è Gaia, un’adolescente timida ma anche arrabbiata. Sono gli anni duemila – si legge nella quarta di copertina – Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c’è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un’esistenza priva di orizzonti. Leggendo di lei e del suo romanzo non possiamo che condividere che: (…) Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo baluardo contro i fantasmi che incombono. Il lago è uno specchio magico: sul fondo, insieme al presepe sommerso, vediamo la giovinezza, la sua ostinata sfida all’infelicità. Posso aggiungere a questa condivisibile riflessione, in veste di lettore emozionato, che la sua scrittura segue il percorso tortuoso dei fatti semi-autobiografici narrati. Di certo oltre alle vicende descritte si insinua in ogni riga la pressione del contesto socio culturale in cui la protagonista del romanzo cresce. Non importa il momento biografico che si descrive perché questa specie di ‘cappa’, simile a quella che morde la pianura padana nelle lunghe settimane estive, pervade ogni angolo del testo. La severità con la quale la scrittrice traccia inoltre il rapporto madre figlia è speculare alla completa e costante disaffezione verso il susseguirsi delle tristi vicende che narra: non è importante il cosa o il quando del narrare ma sempre e solo il come. Leggiamo da Giunti editore: (…) Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subìto Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. (…) L’esito drammatico del racconto completa il quadro di una esistenza stretta e infelice: sebbene parzialmente autobiografico dice la scrittrice, che tra l’altro è stata stagista presso la Fondazione Bellonci con l’amico Stefano Petrocchi, si nota in ogni paragrafo il pulsare del realmente vissuto che, sebbene trasposto nella vicenda secondo gli schemi narrativi scelti, esso vi palpita in modo inesorabile. Antonio Franchini, scrittore e membro autorevole del nostro Comitato Scientifico, è editor Giunti della Caminito e la scelta di inserirla nella cinquina finalista del nostro premio edizione 2022 è figlia di questa amicizia, oltre che dettata dalla assoluta qualità della scrittrice che va a ritagliarsi senza alcun dubbio, già così giovane, un posto significativo nella nostra letteratura contemporanea. Il Premio letterario La Tore Isola d’Elba è promosso da Franco e Lucia Semeraro, dall’Hotel Gabbiano Azzurro e dal Caffè letterario & libreria Il gabbiano azzurro, nonché patrocinato dal Comune di Marciana Marina con la partecipazione della Pro-Loco marinese e vede anche quest’anno la sponsorizzazione di Acqua dell’Elba che acquisterà il quadro-premio. Condurrà la serata come di consueto la dott.ssa Lucia Soppelsa con il prof. Angelo Filippo Rampini e non mancherà il consueto omaggio del dott. Marcello Bruschetti, presidente di Enoglam EVO.

Jacopo Bononi- presidente