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Giovanni Muti, l’indipendentismo elbano e il Comune dell’Isola d’Elba

Scritto da Stefano Martinenghi per il COMITATO ELBA IN COMUNE

Giovanni Muti, l'indipendentismo elbano e il Comune dell'Isola d'Elba

La prima persona alla quale confidai il progetto del Comune dell’Isola d’Elba fu Giovanni Muti soprannominato “il monello”, da me sempre ammirato come uomo e giornalista. Per i suoi molteplici talenti – giornalista, scrittore, editore, politologo, pubblicitario, pittore, scultore -, per la capacità di cogliere la verità oltre le apparenze, per il suo volare alto con l’intelletto e con lo spirito, per l’amore per la libertà quale valore supremo per cui lottare ad ogni costo. Un “monello” di genio. Memorabili i suoi articoli che svelavano i piani per depotenziare lo sviluppo turistico dell’Elba a favore della Costa degli Etruschi e trasformarci in una colonia di “indigeni” al servizio del continente. In effetti, abbandonata a sè stessa, nell’arco di trent’anni l’Elba ha perso presenze turistiche, mentre la Costa degli Etruschi le ha triplicate superandoci grazie alle infrastrutture turistiche finanziate dalla Regione. E’ anche grazie ai suoi scritti che abbiamo preso piena coscienza di essere una comunità, com’è una l’isola in cui viviamo. La nostra amicizia intellettuale risaliva a dieci anni prima, quando avevo lanciato il progetto di trasformare l’Elba in una provincia autonoma sull’esempio delle tre nuove province Sarde all’epoca costituite; progetto che si spense con l’abolizione delle province. Fu allora che ebbi l’onore di essere citato fra gli esponenti di quell’indipendentismo elbano che “come un fiume carsico” ogni tanto riaffiora, scrisse nell’articolo del 6 giugno 2020 pubblicato anche su Tenews, nel quale ripercorreva la storia del Movimento Indipendentista Elbano. Tornando al nostro incontro, concordò che oggi un solo Comune per una sola isola-comunità era l’unica via concreta per assicurare all’Elba una autonomia amministrativa e finanziaria di fatto, considerato che nell’ordinamento Italiano l’Ente Comune è una sorta di Repubblica nella Repubblica per i grandi poteri riservati esso. Può legiferare e attingere ai finanziamenti regionali, statali ed anche Europei per le infrastrutture se ha più di 30.000 abitanti e il Comune dell’Isola d’Elba ne conterà più di 32.000. Al termine dell’incontro mi chiese come avrebbe reagito la pubblica opinione al fatto che dieci anni prima entrambi ci eravamo opposti al referendum per il Comune unico, bollandolo come un’espediente di Firenze per mettere il cappello sull’Elba tramite Portoferraio, storicamente prona ai desiderata della Regione. Gli risposi che il nostro progetto era radicalmente diverso dal precedente, perchè lasciava immutati gli attuali sette Comuni trasformati in Municipalità e perchè il Comune dell’Isola d’Elba avrebbe dotato l’isola della “cabina di regia” e dei finanziamenti Europei per realizzare o potenziare le infrastrutture necessarie (ospedale, linea navale e aerea, porti, aeroporto, musei, risorse idriche ed elettriche, ambiente, centri congressi, strade, parcheggi, , etc). Noi non avevamo cambiato idea, abbiamo cambiato il progetto, come dimostra l’iniziale ostracismo della Regione. Mi parve soddisfatto e ci lasciammo con la promessa di collaborare al momento dell’azione. Purtroppo se n’è andato un’attimo prima, con grave perdita per l’Elba, oltre che per la sua famiglia alla quale porgiamo le più sentite e sincere condoglianze.

per il COMITATO ELBA IN COMUNE
Stefano Martinenghi