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Mauro Corona all’Elba in luglio per il Premio Letterario “La Tore”

Scritto da Jacopo Bononi - Presidente Premio Letterario La Tore

Mauro Corona all’Elba in luglio per il Premio Letterario "La Tore"

Il Premio Letterario “La Tore”, che ha già insignito personaggi illustri nelle sue sedici precedenti Edizioni come Giorgio Faletti, Federico Moccia, Andrea Camilleri, Gian Antonio Stella, Andrea Vitali, Fabio Volo, Franco di Mare, Aldo Cazzullo, Marco Malvaldi, Massimo Nava, Paolo Crepet, Walter Veltroni, Dario Franceschini, Philippe Daverio, Giordano Bruno Guerri, è promosso e realizzato da Franco e Lucia Semeraro, dal ‘Caffè Letterario & Libreria Il Gabbiano Azzurro’ e dall’Hotel Gabbiano Azzurro, nonché patrocinato dal Comune di Marciana Marina con la partecipazione della Pro-Loco marinese. Acqua dell’Elba acquista le opere premio per i vincitori. È un riconoscimento pubblico a scrittori, artisti e personalità pubbliche che si siano distinte per aver affermato il proprio valore nell’ambito della propria professionalità o competenza o che abbiano mostrato qualità di rilievo nell’arte, nella cultura o nelle attività scientifiche. Luciano Regoli sta ultimando la sua opera premio e la donerà al collega artista durante la serata del 25 luglio, a partire dalle 21.45 in Piazza della Chiesa. Scultore riconosciuto a livello europeo, specializzato nell’intaglio del legno, alpinista di rilievo, è anche uno scrittore di successo, i cui libri sono tradotti anche all’estero, Germania soprattutto. La nascita del piccolo Mauro prelude già ad una vita avventurosa. A suo dire infatti, sarebbe nato su un carretto, nel tragitto che porta dal borgo di Piné alla città di Trento. Quando nasce infatti, i suoi genitori, Domenico e Lucia, di lavoro fanno i venditori ambulanti. Il mosaico riguardante la personalità del giovane Mauro Corona non è ancora completo. Mancano le letture, i libri, la scrittura. Questa eredità la deve alla madre la quale, abbandonata la famiglia dopo la nascita del terzo figlio, lascia in casa un’ottima collezione di libri, da Tolstoj a Cervantes. Il futuro scrittore colma il vuoto lasciato dalla madre con la letteratura. Intanto però, dopo aver frequentato la scuola elementare di Erto e le medie a Longarone, il 9 ottobre del 1963 la diga del Vajont crolla e la cittadina di Corona, come molte altre, scompare letteralmente. Il giovane Mauro, scampato alla valanga, si trasferisce al Collegio Don Bosco di Pordenone. Qui i preti salesiani incoraggiano la sua passione per la letteratura e per lo studio, ma il futuro scultore ha in mente solo la natura perduta, i boschi, gli spazi aperti cari alla sua gioventù. Tornato ad Erto, desidera frequentare la Scuola d’Arte di Ortisei, ma i soldi sono pochi e viene iscritto all’Istituto per Geometri Marinoni di Udine, perché gratuito. Ci rimane due anni, poi lascia. Nel frattempo, nel 1968 suo fratello Felice va in Germania a cercare lavoro ma dopo tre mesi muore annegato in una piscina di Paderborn. 
Nel frattempo però, sebbene tenendoli nascosti, non ha mai smesso di scolpire il legno. Una mattina del 1975 allora, Renato Gaiotti, uomo d’affari di Sacile, intravede dalla finestra alcune delle opere dello scultore e le compra tutte. Qualche mese dopo, lo stesso Gaiotti gli commissiona una Via Crucis da donare alla Chiesa di San Giovanni del Tempio di Sacile. Il prezzo è di due milioni di lire, cifra importante negli anni ’70 e che mai, il giovane ma già bravo Corona, avrebbe immaginato di poter ottenere dai suoi lavori col legno. Con i soldi ricavati dalla vendita poi, acquista l’attrezzatura idonea per lavorare meglio e per fare dell’intaglio ligneo il suo vero lavoro. Segue, anche se a fasi alterne e per circa dieci anni, il maestro Augusto Murer, grande artista, pittore oltre che scultore, con cui stringe anche un sincero rapporto di amicizia. E, sempre in quell’importantissimo 1975, a Longarone, Mauro Corona organizza la sua prima mostra. Gli anni ’70 segnano l’esplosione di tutte le sue passioni. Nel 1977 infatti, lo scultore diventa anche scalatore. Attrezza le falesie del Vajont, che si affacciano sulla zona disastrata, e comincia la sua carriera nell’arrampicata. Nel Friuli, ogni andito di montagna, porta la sua firma. Intanto, un amico giornalista comincia a pubblicare sul “Gazzettino” alcuni suoi racconti. Per tutti gli anni ’80 alterna l’alpinismo alla sua vita di scultore, continuando sempre a scrivere storie. Sceglie personalmente il legno da scolpire trovandolo nei boschi della sua terra e la natura, il rapporto con essa, è sempre al centro delle sue opere, sia scultoree che letterarie. Intanto, come arrampicatore, Mauro Corona apre nel corso della sua carriera qualcosa come trecento nuovi itinerari di roccia sulle Dolomiti d’Oltre-Piave. Nella ‘motivazione del premio’ che gli sarà assegnato alla Marina troviamo i tratti salienti dell’Autore: “Per la sua carriera di alpinista e scultore del legno, nonché di scrittore che attraverso una vita lunga e avventurosa ha saputo imprimere nella società italiana un segno importante e riconoscibile. Per la sua dedizione alla storia tragica del crollo della Diga del Vajont nel 1963 dando in molte occasioni il proprio contributo di testimone appassionato, motivato da una forte volontà di rilanciare la sua terra colpita da una così immane tragedia. Per la sua passione per la natura e la montagna in particolare che ha portato avanti sin da giovanissimo e i cui benefici in termini socio-culturali ha cercato di trasmettere attraverso utili e colti manuali, scritti anche a quattro mani. Per la sua produzione di letteratura per l’infanzia, anche qui con il nobile scopo di avvicinare i più piccoli alla conoscenza della bellezza della natura e del mondo degli animali in particolare. Per la sua ricca produzione di raccolte di racconti nei quali, attraverso uno sguardo magico e disincantato al contempo, ha portato avanti con convinzione la sua particolarissima poetica legata alla valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico italiano, spesso trascurati. Per la copiosa produzione letteraria nel campo della narrativa attraverso cui, sempre con risvolti intimamente autobiografici e legati al mondo dell’amata montagna, ha inciso profondamente nella cultura italiana degli ultimi trent’anni, ritagliandosi un ruolo unico e inconfondibile. Per la sua partecipazione al dibattito pubblico in televisione nel quale ha voluto sempre, spesso con forza, proporre le medesime tematiche legate al suo background culturale, in alcuni casi sfidando il ‘sistema’, senza mai risparmiarsi per affermare i contenuti e le idee del suo messaggio culturale. Per la sua complessiva figura di uomo di cultura che ha inciso grandemente nel panorama sociale italiano tramite il suo originale e ‘vissuto’ punto di vista di artista e di scrittore.” Una serata quella del 25 luglio che si preannuncia memorabile, ci sarà senza dubbio un grande pubblico che potrà poi farsi autografare le copie del suo ultimo romanzo, già un best-seller.

Jacopo Bononi- Presidente del Premio La Tore Isola d’Elba
www.premiolatoreisoladelba.it

Link su Corona: https://www.youtube.com/watch?v=pNWK3fy6D1Y