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“Il sussurro del diavolo”, la recensione di Dianora Tinti

Scritto da Dianora Tinti

"Il sussurro del diavolo", la recensione di Dianora Tinti

Chi è Alessandro Pugi

Alessandro Pugi vive nella splendida Isola d’Elba, ma per molti anni ha lavorato nel carcere di Grosseto come Ispettore capo di polizia penitenziaria. Ora, si dedica alla scrittura a tempo pieno ed i risultati si vedono…

Scrive un romanzo dietro l’altro (quasi 18 romanzi in 10 anni, un ritmo da maratoneta) ottenendo successi di critica e pubblico. Scrittore poliedrico e curioso, è uscito recentemente in libreria con Il sussurro del diavolo un romanzo che ha subito ottenuto importanti riconoscimenti.

Di cosa parla Il sussurro del diavolo

La vicenda si snoda tra Milano, Roma, Madrid e San Paolo del Brasile. Una spy-story che si ispira ad alcuni tragici eventi come Ustica, la strage di Piazza Fontana, l’uccisione di Falcone e Borsellino e la trattativa stato-mafia.

Un romanzo scritto di getto nel 2012 che ha preso spunto dalle immagini di un film e da alcuni tragici eventi che hanno caratterizzato il nostro Paese. Ci sono molti lati oscuri nella politica. Così è nata l’idea di una spy-story che vede protagonista proprio un Homegrown, un cittadino italiano nato da genitori stranieri. Un agente dei Servizi, incaricato, suo malgrado, a investigare su una strage che appare un atto terroristico, ma che invece nasconde verità innominabili.

Tra inseguimenti, false piste e omicidi, il protagonista capirà che niente è come sembra, tutto è sfuggente come il mercurio… ma anche che esiste qualcosa di più terribile e pericolosa persino dei nemici: la verità.

Cosa ne penso

Per chi conosce e segue Alessandro Pugi, quest’ultimo successo non è una sorpresa. E’ facile innamorarsi dei suoi romanzi. Narrano di persone come noi: carne, ossa e cuore. Soprattutto cuore. Anche nella vicenda più buia, crudele, fantasiosa o spietatamente reale, non manca mai quel pizzico di sentimento capace di suscitare emozioni e partecipazione totale in chi legge, quasi una commozione estetica. Una dote che difficilmente si acquisisce con il tempo o con la tecnica.

Anche in questo romanzo di forte impatto sociologico criminale, l’autore non perde di vista il lato umano e la caratterizzazione dei personaggi, pur nell’ottima costruzione di una storia di spionaggio. Cosa coraggiosa e non facile, in un momento dove i noir e i gialli tendono sempre più a diventare appetibili sul piano dell’intrattenimento, meno su quello dell’aderenza alla realtà.
Grazie ai variegati sentimenti che descrive senza sdolcinerie, alla scrittura asciutta ed essenziale, senza artifizi letterari né logore figure retoriche, le storie che costruisce hanno solide fondamenta e il pregio di lasciare in chi legge qualcosa di buono, di pulito.

Sullo sfondo di terribili complotti e doppi giochi, in Il sussurro del diavolo si incrociano infatti i destini di un uomo e di una donna durante la devastante esplosione di in un vagone della metropolitana. Con grande sensibilità, ma senza mai scadere nello scontato o nel patetico, l’autore riesce a gestire le proprie emozioni intuendo ciò che potrebbero provare gli altri e a descrivere l’animo umano raccontandone forza e fragilità.

Un altro aspetto assolutamente da apprezzare in Pugi è poi la disinvoltura con la quale si cimenta in generi letterari diversi: ha scritto fantasy, thriller, romanzi romantici o d’attualità e spy story. Forse questo può spiazzare il lettore, ma non chiudendosi in un solo genere Pugi può sperimentare e non fossilizzarsi in un unico modo di scrivere e interpretare la realtà.

Storie di qualunque genere, dunque,che hanno però in comune il pregio di non concedere tregue di lettura e di essere condivise e vissute pienamente dal lettore che ci si riconosce.

Dianora Tinti

Fonte:https://www.dianoratinti.it/il-sussurro-del-diavolo-di-alessandro-pugi/