Le sensazioni di Chiara Marotti guarita dal Covid-19

Il racconto dell'assessore Chiara Marotti dopo il tampone negativo

Una sensazione incredibile, un uragano di emozioni nella pancia e nella testa. Dopo un mese lontano da tutti, dopo giorni di paura ed incertezza, assalita dalle immagini che da oltre un anno scorrono sui nostri schermi, apro il referto del tampone e scopro di essere finalmente NEGATIVA!
E, prima di comunicarlo alla famiglia ed agli amici, inizio a messaggiare con i compagni di questa avventura, con i nuovi amici incontrati, speranzosa che per tutti il risultato sia lo stesso. L’amarezza e la delusione di scoprire che per loro l’avventura continua, tra stanchezza e solitudine, con quel senso di rabbia che svanisce davanti al virus.
Sicuramente non sarò la stessa Chiara di quando tutto è iniziato: la solitudine era qualcosa da cui, se potevo, scappavo. Ma in questi lunghi giorni ho capito che dovevamo essere alleate, complici, per superare la tristezza di alcuni momenti.
Ho provato conforto nello sguardo gentile e sorridente dell’operatore Esa che, sebbene esausto dalle quattro rampe di scale, mi dava il buongiorno facendomi sentire una principessa. Ecco, grazie davvero!!
Ho gioito ogni volta che arrivava un messaggio e squillava il telefono per allinearmi a cosa accadeva al di fuori e spalancavo le finestre quando qualche vocina mi chiamava dal parcheggio… beh, lì il cuore impazziva e le lacrime sgorgavano!
I messaggi del buongiorno, precisi e puntuali, di chi condivideva la reclusione con me: ho scoperto che l’alleanza e la vicinanza, seppure virtuale, ci hanno permesso di rendere speciale questa situazione irreale… è ad ognuno di loro che dico Grazie, per aver infuso coraggio nei momenti di sconforto. Mi auguro che presto, per loro, tutto questo finisca e possa essere solo un ricordo quando ci siederemo, tutti insieme, a tavola…quando si potrà!
Fortunatamente nel corso di questa malattia non ci sono state complicazioni, giorni fisicamente più faticosi, ma mai necessarie misure estreme. Probabilmente il mio organismo ha retto il colpo e, anche se ancora molto debole, ne esco vittoriosa.
La riflessione che spesso ho fatto, in questi giorni, vedendo comportamenti poco adeguati sui social o alla televisione, è che probabilmente non abbiamo ancora ben chiaro che cosa ci sia in giro… e che, la sensazione di superiorità o invincibilità, prevalga anche sul buon senso.
La prima notte, tra febbre alta, dolori e forte tosse, ho avuto paura: una sensazione tremenda che mi ha serrato la gola e fatto scendere le lacrime. A casa da sola, con il terrore di non riuscire neppure a chiamare aiuto. Ecco, pensiamoci, quando crediamo di non poter fare a meno di…(elenchi infiniti di cose superflue, necessarie solo perchè vietate)!
Sicuramente il sacrificio di socialità è ciò che maggiormente soffriamo: mi definisco un animale sociale immerso nelle relazioni con l’inclinazione al contatto fisico, possibilmente, che sprigionano energia e beneficio. Non abbracciare la mia mamma per 30 giorni, vederla a distanza, non poter essere consolata dalle sue carezze… a questo si dovrebbe pensare quando le regole ci stanno strette.
Non auguro a nessuno questa situazione, spero che con il vaccino si possa presto arrivare a debellare questo virus… nel frattempo, a noi, il compito di essere migliori e responsabili!
Virtualmente un grande abbraccio a tutti voi, che avete accompagnato ogni attimo di questa “avventura”; a chi ancora c’è dentro, auguro la forza ed il coraggio per combattere la stanchezza e la malinconia… e, per chi si ritiene “leone da tastiera” saccente di decisioni e fomentatore di giudizi… beh… suggerisco un corso di Empatia (non costa nulla!)

Chiara Marotti