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Le tre domande a Danilo Alessi

L'elbano Danilo Alessi si racconta ai nostri lettori

Le tre domande a Danilo Alessi

TRE DOMANDE E ALTRO

Domanda: “Da sempre hai fatto politica svolgendo anche incarichi istituzionali di un certo rilievo e per questo sei conosciuto e da molti, non solo all’Elba, apprezzato. Come spieghi questa improvvisa vena letteraria che in tarda età, in meno di cinque anni, ti ha visto produrre ben tre corposi romanzi e due raccolte di poesie?”

Risposta: “Intanto vorrei dire che non è mai “tarda” l’età per cominciare a fare qualcosa di nuovo che nella vita non hai mai fatto ma che senti la necessità e il desiderio di fare. Per altri potrebbe essere un viaggio in luoghi fino ad allora solo sognati e mai visitati; oppure ritirarsi in campagna a coltivar la terra e piantare rose; o altri ancora ad imparare nuovi mestieri per hobby o per passione e cambiare per questo le proprie abitudini di vita. Per me, senza per questo abbandonare del tutto la politica ma da questa prendere un po’ le distanze, è stata la voglia di provare a mettere su carta i tanti pensieri, ricordi, episodi, emozioni, idee, storie che hanno caratterizzato la mia vita. E farne dei romanzi, dove realtà e fantasia si intrecciano e lasciano al lettore la curiosità di dipanarle e venirne a capo seguendo una trama completamete inventata. Mi riconosco, per questo, in Robert Harris, noto scrittore inglese, quando afferma che un romanziere ha anche il dovere di inventare le conversazioni, le motivazioni politiche, certi piccoli segreti della vita privata delle persone; un lavoro che consiste nel fare tutto ciò che è vietato agli storici e agli studiosi.”

D.: “Quindi come si può definire il genere dei tuoi romanzi e come conciliare la prosa con la poesia, visto che fra un romanzo e l’altro hai pubblicato, come ricordavo poco prima, anche due raccolte di versi?”

R.: “La definizione più appropriata credo possa essere quella del “romanzo storico”. In tutti e tre i romanzi, infatti, scritti in terza persona, emergono riferimenti storici realmente accaduti all’Elba e altrove, descritti mediante lo strumento della memoria con frequenti accenni autobiografici ed inseriti in una struttura descrittiva autenticamente romanzesca, con personaggi e svolgimento di pura fantasia. Un racconto nel racconto, un sistema di scatole cinesi che interrompe e dilata il corso della narrazione, seguendo coerentemente tre direttrici fondamentali: la memoria, ovviamente, l’amore in tutte le sue declinazioni, e tanta Elba. In quanto al rapporto tra prosa e poesia non sono il solo che non trova difficolta e contraddizione nell’affrontare, volta per volta, l’una e l’altra a seconda dell’ispirazione. Basti pensare, tanto per citarne alcuni, a personaggi come Pavese o Pasolini o Manzoni, autori di grandi opere letterarie nell’uno e nell’altro campo. Senza alcun involontario e improbabile accostamento con talune grandezze, per quanto mi riguarda posso solo dire che quando scrivo in prosa non ho tempo per la poesia e viceversa, anche se spesso quest’ultima mi tenta in alcuni passaggi del romanzo quando mi immergo nella descrizione di un paesaggio o di un’opera d’arte o di un rapporto d’amore.”

D.: “Dopo l’ultima tua creatura, “L’altra riva del mare” uscito a settembre, quali altri progetti hai in testa e quali idee pensi di sviluppare nel prossimo futuro?

R.: “Con “L’altra riva del mare” penso di aver concluso una trilogia iniziata con “La Fatica della Politica” (2015) e proseguita con “La Penna d’Oca” (2017), entrambi i romanzi intervallati con le due raccolte di poesie “Un po’ per gioco e a volte con amore” (2016) e “Storie da un piccolo cuore di roccia” (2018). Mi affascina, dal punto di vista storico, ripercorrere alcuni filoni per me significativi del secolo scorso con l’intento di coinvolgere quella generazione che si definisce “post-millenials”, ricordando loro di essere figli del Novecento e che là sono le radici che bisogna custodire per vivere più consapevoli il presente e guardare con più lucidità e fiducia il futuro. Sto pensando, inoltre, di riproporre, adeguatamente rivista e aggiornata, quella “Rassegna storica della stampa all’Elba dall’Unità d’Italia al 1960”, che iniziai a pubblicare sul mensile dei comunisti elbani “Elba Oggi” – come vedi già allora, nonostante l’impegno politico, avevo una certa familiarità con la penna – e che successivamente non ha mai avuto la dignità di una trasposizione libraria. Altri propositi interessano la collaborazione con una prestigiosa sommelier per una pubblicazione sulla storia, l’attività e la cultura delle aziende vitivinicole elbane; una nuova raccolta di poesie dando spazio, questa volta, anche alle filastrocche; il recupero di un florido periodo di iniziative culturali elbane con particolare riferimento agli anni ‘70/80, ed altre idee che non sto qui, per brevità, ad elencare. Ma l’impegno più ravvicinato che spero possa presto trovare pratica attuazione è la presentazione de “L’altra riva del mare” che, dopo averla accuramente preparata, sono stato costretto, a causa della pandemia, a rinviarla a tempi migliori. Colgo l’occasione qui per ringraziare la presidente della Provincia Marida Bessi e il consigliere Andrea Solforetti per l’ampia disponibilità con cui è stata accolta la richiesta per l’uso della sala congressi di Portoferraio, oltre al presidente dell’Aamod Vincenzo Vita e a don Leonardo Biancalani che con Angela Galli si sono assunti l’onere di presenziare l’iniziativa. Un ringraziamento particolare lo devo a Cristina Cioni, Maurizio Stellini e Anna Durante per il tempo dedicato alla preparazione della loro esibizione musicale e letteraria, che, come per gli altri sopra citati, mi hanno riconfermato la loro partecipazione al momento in cui verrà riproposto l’evento.”

Intervista a Danilo Alessi di “ElbaNotizie” e “Tenews”, Portoferraio, gennaio 2021

L’ALTRA RIVA DEL MARE

COMMENTI CRITICI

“L’altra riva del mare”, nella bella e curata edizione Persephone di Angela Galli, mostra un Danilo Alessi ansioso di costruire ponti, di raggiungere altri lidi sul continente e altrove e oltre, pur restando fermo con le radici ben piantate nella zolla della nostra Elba. Ricorda un poco il pomodoro di mare che pare muoversi al ciglio di uno scoglio per il respiro dell’acqua e invece è immobile. Egli è capace di sentimenti duraturi, anche quelli che lascia dormire fino a farli apparire spenti, per poi ringalluzzirli al primo moto di inaspettato risveglio. E’ questo che succede anche nel rapporto amoroso con Mimosa, un’appassionata di fotografia tanto da rischiare la vita per la professione, appunto di fotografa, svolta anche in zone di pericolo, ma sacrificando anch’essa la sua vita interiore e i sentimenti più forti.

[…] Così, leggendo il libro divorando le trecento pagine…è stato un poco come fare una passeggiata in un gradevole boulevard dove ho potuto incontrare filosofi, produttori di cibo e di bevanda, oh! il vino, e cuochi eccellenti. E le tante figure illustri, anche dell’Elba, alcune legate alla storia del mondo e politici di alto valore nel panorama internazionale, oggi assai povero e inquietante.

Manrico Murzi

[…] I due, Nilo e Mimosa, in quell’estate del 2013, per un paio di settimane si ritrovano, si parlano, si esplorano, si confessano, si annusano, si toccano, fanno l’amore, poi…Ma il poi non possiamo anticiparlo. Possiamo solo dire in una trama incalzante e coinvolgente, sviluppata con il sottile filo che lega l’Autore ai suoi Personaggi, come Nilo e Mimosa fanno scoprire ai lettori angoli magici e poco noti dei paesaggi, della cucina, dei vini, della storia e delle tradizioni elbane. Nel loro dire, parlano di tanti avvenimenti politici e culturali, vissuti nei loro trascorsi di donna e uomo di sinistra nell’isola e in giro per il mondo. Momenti felici e momenti tragici, senza mai abbandonare la speranza di un futuro migliore, “pronti a raccogliere le loro poche cose in un fazzoletto, annodare i quattro angoli e riprendere il cammino”, sapendo che “ogni mare ha un’altra riva, e lì arrivare”.

Bappe Tanelli

[…] Il problema della conservazione della memoria e della sua trasmissione alle nuove generazioni è condizione indispensabile perché il mondo vada avanti. Intorno a noi situazioni di guerra, violenza, distruzione, anche di patrimoni storici naturali. Il saccheggio del pianeta porta alla rovina soprattutto alle popolazioni più deboli e poi all’umanità intera. Non si può essere indifferenti, questo è il messaggio del tuo libro. Poter conservare il bello del passato e, anche, darlo ad altri. La strada che tu indichi è faticosa, in molti casi anche a rischio di vita, ma come dice Sherko Bekas, poeta curdo da te citato, dà anche la pienezza della vita (“tutta la felicità del mondo”).

Elisabetta Ginannneschi

Nilo è il “nom de plume”, per usare l’espressione francese, di Danilo al quale è sottratta la preposizione fonica di quel “SI” che nella lingua parlata dell’Unione Sovietica negli anni passati ha identificato le speranze giovanili e dall’Autore mai rinnegate. Mimosa è il nome della sua compagna di vita, portatrice di innocenza, di libertà, di ideali condivisi che lo segue per tutto questo “diarium” inteso nell’accezione del termine latino quale nutrimento necessario al vivere. Nutrimento tratto dal limo di un’isola fertile come l’antico fiume e ricca di storie, personaggi, vite vissute e vera spina dorsale di questo pudico riandare ondivago nello stesso verso. Tra le tante leggi di uno Stato ci sia anche “quell’imperativo”, parafrasando Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che obbliga tutti i cittadini e le cittadine a scrivere le proprie reminescenze con il raggiungimento della piena maturità e non importa come ma scriverle comunque perché possano arricchire l’archivio della nostra Memoria collettiva. Questo è quanto si trova in “L’ALTRA RIVA DEL MARE”.

Paolo Ferruzzi

[… ] Il libro, in parte autobiografico, vuole anche essere un’appassionata guida dell’isola d’Elba. I personaggi del romanzo sono Nilo (l’alter ego di Danilo) e Mimosa, una giovane e bella fotoreporter divenuta una delle più ricercate inviate nelle zone di guerra. Tra di loro una storia iniziata anni prima e interrottasi per cinque anni. I due protagonisti si ritrovano nell’estate del 2013 per un paio di settimane. Mentre i giorni scorrono veloci e spensierati Nilo e Mimosa ricordano avvenimenti politici e culturali vissuti nel loro passato o si soffermano a rifletttere sulla Storia recente. Il romanzo, dunque, con uno stile denso e coinvolgente, oltre a raccontarci una bella storia, aiuta il lettore a sviluppare uno sguardo critico sulla Storia, sulla politica, sull’amore, sui veri valori della vita.

Vincenza Fanizza, “StampToscana”

Carisimo Danilo, ho letto con piacere il libro e mi preme ringraziarti per quattro aspetti: si legge benissimo e ha la capacità di farti entrare in un mondo bello e inesplorato; la tua grandissima onestà intellettuale; la bellezza di una storia che rendi appassionante, intrigante e attuale; la sensazione di avermi fatto ringiovanire leggendo queste pagine dense di avvenimenti che mi hanno in parte coinvolto.

Don Leonardo Biancalani

Isola d’Elba. Ora e prima. Il poliedrico militante Danilo Alessi… dopo varie narrazioni anche poetiche, è giunto al terzo romanzo autobiografico, una vera e propria appassionata guida alla sua isola d’elezione. La narrazione è in terza sull’Autore, sul suo alter ego Nilo (in dubbio per i ricordi di avvenimenti vissuti) e sulla più giovane compagna Mimosa, fotoreporter freelance, inviata in mezzo mondo, sempre a loro legata. Con Nilo si conobbero nel 2002 davanti a Cofferati al Circo Massimo per distaccarsi nel 2008 e poi ritrovarsi ancora nel 2013, di fronte a “L’altra riva del mare”, per discutere di sinistra e passioni, alla scoperta di paesaggi, cucine, vini, storie e tradizioni elbane.

Valerio Calzolaio, “La Bottega dei Barbieri”

Ne “L’altra riva del mare” si immagina un altro amore, un’altra società, un’altra vita dove portare le nostre speranze, i nostri desideri, i nostri progetti. Nell’altra riva del mare ci puoi arrivare soltanto mettendoti in viaggio, portando con te il bagaglio della tua esperienza, della tua memoria, del tuo vissuto, necessari ad affrontare e superare ostacoli, avversità e nuove sfide. E un nuovo inizio su cui costruire quel che devi lasciare in eredità a chi vorrà poi, come te, mettersi di nuovo in viaggio per raggiungere un’altra riva ancora. Perché c’è sempre, al di là del mare, un’altra riva.

L’idea del titolo nasce da un pensiero di Cesare Pavese, tratto da “Il mestiere di vivere”, pubblicato nel 1952: “Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un’altra riva, e arriverò”.

L’Autore

BREVI CENNI BIOGRAFICI

Danilo Alessi vive all’Isola d’Elba dove ha prevalentemente svolto attività politica assumendo vari incarichi istituzionali. Collaboratore parlamentare nella segreteria del Gruppo Pds durante il quinnquennio 1996-2001 e nella Vicepresidenza della Camera dei Deputati nei tre anni successivi.

Garante dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Aamod – Fondazione), è autore della “Rassegna storica della stampa all’Elba dall’Unità d’Italia al 1960” e di innumerevoli relazioni tematiche in convegni di studi e assemblee congressuali.

E’ stato corrispondente de “l’Unità” e direttore del mensile dei comunisti elbani “Elba Oggi”.

Vice-Sindaco del Comune di Portoferraio dal 1973 al 1981, presidente della Comunità Montana dell’Arcipelago Toscano dal 1982 al 1984 e successivamente dal 2004 al 2008, Sindaco del Comune di Rio Elba dal 2009 al 2014.

Con questa Casa Editrice ha pubblicato i romanzi storici “La Fatica della Politica” (2015) e “La Penna d’Oca” (2017), e la raccolta di poesie “Un po’ per gioco e a volte per amore” (2016) e “Storie dal un piccolo cuore di roccia” (2018).