Una diversa gestione della cardiologia all’ospedale di Portoferraio

Scritto da Dr. Mario Mellini, ex primario di cardiologia a Pietra Ligure

L’Odissea per avere una assistenza sanitaria efficiente, che un infartuato elbano ha dovuto subire di recente, evento noto perché descritto da tutti i giornali, mi costringe ad intervenire di nuovo per ribadire le mie proposte tese a migliorare l’assistenza cardiologica isolana. Lo sto facendo da alcuni anni, ma purtroppo nessun ente elbano le ascolta e avvia una diversa gestione della cardiologia all’ospedale di Portoferraio, dove purtroppo abbiamo in organico un solo medico specializzata e forse un altro interviene per un orario parziale. L’infarto del cuore è la prima causa di morte in Italia, inoltre per questa patologia è necessario intervenire rapidamente per evitare luna probabile morte del paziente.

Il trasporto dell’infartuato con l’elicottero verso ospedali attrezzatati, fuori Elba, in quanto il nostro nosocomio non è in grado di far fronte a casi gravi, è una cosa positiva per abbreviare i tempi di ricovero e ogni intervento, ma quando le condizioni meteorologiche non lo permettono, come è successo venerdì scorso, e neppure viaggiano i mezzi navali, ecco che a noi elbani viene a mancare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione della Repubblica . Allora il paziente ne subisce le conseguenze e può rischiarire di perdere la vita. Ciò può accadere specialmente nel periodo invernale, come abbiamo visto, e se capita in estate ancora peggio, perché essendo presenti mediamente circa 300.000 persone, i casi di infarto possono crescere. E l’Elba finisce per essere una zona non sicura perché non è “cardioprotetta”.

Il problema dell’urgenza per le cardiopatie non è solo quella dell’infarto, nelle quali bisogna intervenire immediatamente, ma anche possono capitare pazienti con aritmie del cuore di tipo ipercinetiche (fibrillazione ventricolare) o ipocinetiche ( blocco atrio ventricolare), che sono al terzo posto nella statistica di mortalità in Italia, dopo l’infarto e i tumori. Per tali casi è necessario un intervento immediato con l’impianto di un elettro stimolatore cardiaco temporaneo, mediante un filo elettrico introdotto attraverso la vena del braccio fino ad arrivare all’interno del cuore e collegandolo successivamente con un elettro stimolatore cardiaco (pacemaker).

Intervento che qualsiasi cardiologo di una Unita Coronarica compie in 15 minuti e così salva il paziente dalla morte. Qui all’Elba purtroppo non è mai stato fatto, mentre a Piombino e a Cecina, dove ci sono 7 cardiologi in ciascuno dei due nosocomi, è possibile farlo.

Concludendo per il trattamento di questi problemi riguardanti tutte le urgenze cardiologiche, nella nostra isola, più che l’elicottero è necessario avere una Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTC), con almeno 6 cardiologi che possono garantire una assistenza adeguata per tutte le 24h o in subordine aumentare decisamente l’organico attuale.

Di ciò nessuno vuol prendere atto, nessuno vuol agire per dotare l’ospedale di tale indispensabile servizio e di ciò appare incomprensibile il perché. Agli elbani non interessa la propria salute? Speriamo che al più presto si riesca a risolvere tale grave lacuna, che sto descrivendo da anni.

(Dr. Mario Mellini, a suo tempo primario di cardiologia a Pietra Ligure)