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Riflessioni, in tempo di coronavirus

Di Guido Retali

Riflessioni, in tempo di coronavirus

Il piacere della libertà, la libertà di muoversi. Forse sono parole grosse per chi, in fin dei conti, deve solo stare in casa per un periodo di tempo che sembrerebbe avviarsi verso la fine, agli inizi di maggio. Ma se il virus maledetto continuerà a manifestarsi sempre meno (seppur con una curva, solo di poco decrescente), vorrei esprimere due considerazioni che mi vengono spontanee.

Anzitutto, premesso che il sottoscritto è stato uno dei privilegiati nel viverela clausura (per vari motivi, terreno intorno a casa, etc), mi viene spontaneo pensare che un po’ di gente, questo periodo-non ancora terminato- lo abbia vissuto e lo stia vivendo con grande sofferenza. Penso a chi è solo, a chi vive in case piccole. Stare spesso in silenzio, non potersi in pratica muovere, deve essere una situazione abbastanza angosciante e lo Stato oppure le Regioni avrebbero dovuto pensare non solo a fermare chi si muove ma anche a permettere un po’ di movimento, all’ esterno dell’ abitazione. I grandi parchi delle città chiusi per evitare l’ assembramento,mah, sono perplesso,forse, l’ingresso di gruppi limitati di persone si sarebbe potuto autorizzare.

Un’ altra considerazione. Si dice, giustamente, che maggioranza e minoranza politica , di fronte a questa tragedia nazionale, avrebbero dovuto collaborare. Vero anche questo, ma noto, ad esempio, che tante persone con idee politiche, a favore del Governo oppure dell’opposizione di centrodestra, esprimono, su Facebook o altro, opinioni per cui si sostiene che c’è una parte (che muta secondo le opinioni) che ha sempre solo e sistematicamente ragione ed un’altra che ha sempre solo e sistematicamente torto. Se così pensa la gente che non vive di politica ma vive di un suo lavoro, allora è quasi naturale che ci siano i contrasti tra i politici. E, per esprimere la mia opinione sui contrasti Governo- opposizione, non so a chi dare ragione, certo ogni parte calca la propria posizione e ci mette del suo, fomentando la litigiosità. Nella vita comune, se due persone vogliono fare una certa cosa e le opinioni sono in parte diverse, basta un po’ di buona volontà e si possono benissimo prendere accordi trovando una soluzione soddisfacente per entrambi.

Declamare i contrasti, pubblicizzare le opinioni diverse ed il diverso modo di approccio al problema, non è per niente una cosa ben fatta. Ma questo non avviene. E poi- diciamolo- ci sono anche i giornalisti che ci ricamano alla grande…

Guido Retali