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Il Decreto Liquidità contro la crisi Covid-19

Di Jacopo Bononi - Promotourism Snc

Il Decreto Liquidità contro la crisi Covid-19

È una potenza di fuoco. Lo Stato offrirà una garanzia perché i prestiti avvengano in modo celere, spedito. Potenzieremo il fondo centrale di garanzia per le Pmi e aggiungiamo il finanziamento dello Stato attraverso Sace, che resta nel perimetro di Cassa depositi e prestiti, per le piccole e medie e grandi aziende. Così il Presidente Giuseppe Conte ha annunciato in pompa magna il nuovo decreto, già chiamato Decreto Liquidità, mentre l’omologo inglese Boris Johnson è in terapia intensiva per il tremendo virus che da settimane ha cambiato la nostra vita. La poderosità del Decreto trova ragione nella necessità di immettere liquidità nelle Imprese, dalle micro alle medie, fino a quelle di grandi dimensioni. Con l’idea di potenziare il cosidetto Golden Power Conte prosegue trionfante: (…) potremo controllare operazioni societarie e scalate ostili non solo nei settori tradizionali, ma in quelli assicurativo, creditizio, finanziario, acqua, salute, sicurezza. È uno strumento che ci consentirà di intervenire nel caso ci siano acquisizioni di partecipazioni appena superiori al 10% all’interno dell’Ue.

Arguta e ‘tranchant’ la valutazione a caldo del prof. Massimo Cacciari che, in diretta televisiva, ridimensiona i toni del Premier specie quando parla di una Nuova Primavera per l’Italia, valutando in un esito molto infausto tutta questa vicenda se altri ed ancora maggiori interventi non saranno messi in campo. Attenzione infatti, le misure prese sono prestiti alle aziende, anche i piccoli prestiti fino a euro 25.000 euro, che vengono dati senza valutazione del credito e garanzia al cento per cento da parte dello Stato e una crisi che diventi sistemica e non temporanea potrebbe inficiare l’iniziale buon esito di questi interventi. Non c’è un euro a fondo perduto, ma sono tutti prestiti che indebitano l’impresa micro, piccola o medio-grande che sia, oltretutto da restituire in sei anni. Decisamente pochi. Negli USA sono già previsti interventi pubblici, molti a fondo perduto.

Fa eco poi al Presidente Conte il Ministro Gualtieri: (…) mettiamo in campo 200 miliardi di garanzia per prestiti fino al 90% garantiti dallo Stato senza limiti di fatturato, per imprese di tutti i tipi. Potranno arrivare al 25% del fatturato delle imprese o al doppio del costo del personale con un sistema di erogazione molto semplice e diretto al sistema bancario, attraverso Sace, con condizionalità limitate tra cui quella di non poter erogare dividendi. Per i tempi dell’erogazione Gualtieri prosegue: (…) il nuovo strumento per la garanzia da Sace sarà operativo in pochi giorni: stiamo già mettendo in campo una task force integrata con il sistema bancario e Sace per renderlo immediatamente operativo, contiamo che in pochi giorni sia possibile usufruire di questo potente strumento. L’anticipazione di Conte e dei suoi Ministri in diretta telvisiva ha presentato con minuzia di dettagli il ‘poderoso’ intervento governativo sull’economia italiana, in totale blocco per la crisi Coronavirus, entrando nei particolari per quanto possibile: (…) Diamo liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese, piccole o grandi che siano, 200 miliardi per il mercato interno e altri 200 miliardi per l’export: è una potenza di fuoco, non ricordo un intervento così poderoso per le nostre imprese, ha infine chiosato orgoglioso il Premier. Il decreto che verrà emesso prevederà anche la sospensione di tasse e tributi e di oneri aziendali di ogni tipo, ma che saranno solo posticipati.

In sostanza e per riassumere: le garanzie saranno al 90% per le grandi imprese, al 100% per gli autonomi e le piccole imprese che chiedano fino a 25mila euro, al 100% (ma con 90% di garanzia dello Stato e 10% di Confidi) fino a 800.000 euro, del 90% fino a 5 milioni. Il nuovo Decreto prevede una serie di nuove misure, dal rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi, agli sgravi al 50% per l’acquisto di mascherine. Dopo Pasqua arriverà poi un nuovo decreto da oltre 35 miliardi a sostegno a lavoratori e famiglie. Non manca e direi finalmente un deciso intervento sulla Scuola con diverse ipotesi nel caso di un poco prevedibile rientro a Maggio, con esami di maturità in parte telematici e in parte no ed invece del tutto ‘on line’ nel caso più probabile del non rientro. Niente esami per la terza media, ma solo una tesina valutate dal Consiglio di classe. Infine un, questo si poderoso, piano di nuove assunzioni di professori e il dichiarato intento di potenziare la ancora fragile informatizzazione delle scuole, specie al Sud.

Alcune valutazioni sul neonato provvedimento governativo necessitano di un termine di paragone immediato con i nostri Stati confinanti, anch’essi alle prese con manovre miliardarie anticrisi. Il deciso intervento della Germania si presenta molto più radicale di quello italiano, anche per un debito pubblico tedesco molto inferiore al nostro che consente altri ordini di cifre. Il Sole 24 ore così sintetizza la manovra tedesca: (…) Il tutto sulla base di un budget pari a circa 822 miliardi di euro, corrispondenti al 24% del Pil. Il Fondo per la stabilizzazione economica, in particolare, stanzia 600 miliardi di euro per sostenere le grandi aziende. Di queste risorse, 400 miliardi sono garanzie per i debiti di imprese colpite dalla crisi; cento miliardi vanno per prestiti o investimenti azionari nelle imprese e altri 100 miliardi di euro per sostenere il Kfw. Oltre all’accesso al fondo, se necessario, le grandi aziende potranno essere nazionalizzate e parte delle somme stanziate verranno accantonate come parte di un “fondo di disponibilità” generale. La Francia muove cifre minori, ma non indifferenti: (…) il progetto di legge di modifica della legge finanziaria per il 2020 prevede infatti che lo Stato possa accordare delle garanzie sui crediti concessi dalle società finanziarie alle imprese non finanziarie registrate in Francia con decorrenza dal 16 marzo fino al termine dell’anno. La soluzione consente alle banche di sostenere la liquidità delle imprese colpite dall’emergenza. La garanzia si esercita sul capitale, gli interessi e le spese accessorie fino a un ammontare totale di 300 miliardi di euro. La legge autorizza inoltre la Cassa centrale di riassicurazione a eseguire operazioni di assicurazione e riassicurazione, con la garanzia dello Stato, fino al 31 dicembre 2020, dei rischi di assicurazione e di credito che gravano sulle piccole e medie imprese che hanno sede in Francia, sempre secondo le analisi del quotidiano di Confindustria. In definitiva la manovra italiana promossa nel Decreto appena emesso, che ne anticipa uno nuovo previsto per dopo Pasqua, appare importante e definita anche nei dettagli, cercando inoltre di snellire i rapporti con le Banche specialmente per le micro imprese che con l’accesso al credito fino a euro 25.000, senza alcuna valutazione del credito, potranno avere una ventata di ossigeno, mentre più complessa appare la questione per le piccole e medie aziende che, sebbene la garanzia sia elevata da parte dello Stato arrivando al 90%, ma lasciando ai Confidi il restante 10%, potrebbero avere problemi se non nel merito della loro valutazione, cosa da non escludere dati i rigidi criteri di valutazione portati avanti ad esempio da Mediocredito in molti casi, senza dubbio nei tempi, solitamente non brevi da parte dei Confidi medesimi.

I soldi servono subito e servono anche con garanzie adeguate: l’ossimoro che insiste in questi due aspetti della cessione del credito in generale non può, dati i tempi così precari che viviamo, costituire una qualsiasi forma di resistenza alla ripartenza del Paese. La traduzione di questo primo Decreto sulla nostra realtà economica elbana diviene, inoltre, oltremodo complessa, perché si devono tenere in debita considerazione le variabili legate alla stagionalità che un blocco così perentorio delle attività evidenzia: se consideriamo un totale o anche parziale annullamento delle presenze sull’isola per il 2020, qualsiasi misura finanziaria potrà dare benefici nell’immediato, ma forse non nel medio e lungo periodo a causa del ritorno, con l’Autunno, del fisiologico cessare di qualsiasi entrata. I vari appelli che leggiamo da più parti affinchè si definisca una ‘normativa specifica per le economie turistiche stagionali’ che facciano proprie queste e altre variabili sono da tenere nella massima considerazione. Non possiamo consentire che il sistema bancario nazionale, tarato per lo più su cicli continui della produttività, non tenga in considerazione il nostro essere aziende stagionali, laddove da tempo ci si lamenta, a ragione, della sempre maggiore riduzione del periodo di lavoro.

Ripetiamo, si agisca subito e si agisca bene: lo si faccia non solo per noi imprenditori del settore che navighiamo a vista senza sapere ne se ne come potremo aprire le nostre strutture, ma anche per le migliaia di famiglie che sono legate alla nostra impresa a doppio filo. Famiglie che debbono vedere una possibilità di lavoro in prospettiva, ma come già scritto secondo criteri di massima sicurezza per i lavoratori e di cui non c’è alcuna brezza, non dico vento. Che queste parole del grande scrittore e poeta Pier Paolo Pasolini ci indichino la strada in un momento così delicato e siano il giusto monito per fare scelte giuste e ponderate, specie verso i più deboli: (…) Certe cose atroci architettate o comunque volute dal Potere (quello reale non quello sia pur fittiziamente democratico) sono comunissime nella storia: dico comunissime: eppure alla comune coscienza paiono sempre eccezionali e incredibili.

Jacopo Bononi
www.promotourism.it