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“Rio, amministrazione artificiale lontana dal territorio”

"Comune piccolo e stessi problemi, impoverimento e meno servizi"

"Rio, amministrazione artificiale lontana dal territorio"

Manca poco al referendum consuntivo che porterà i cittadini delle due Rio a scegliere se continuare a essere due entità distinte o dare il via alla fusione dei due comuni. Il dibattito, a meno di una settimana dal voto, si fa sempre più acceso, e se i sostenitori del sì stanno combattendo una battaglia a suon di incontri e conferenze per spiegare alla cittadinanza le proprie ragione, da meno non sono sicuramente i sostenitori del no.

“No al comune unico” è un gruppo facebook nato da Gaetano D’Auria, un po’ riese e un po’ piaggese, che si è fatto promotore della battaglia contro la riunificazione. Ma non è sicuramente l’unico, Pino Coluccia ad esempio rimane un forte sostenitore del no. E poi c’è chi la situazione la vive da esterno come Rossano Mancusi, riese di nascita ma residente a Monte Riggioni, segretario generale del comune di Lastra a Signa che ha portato il suo contributo ai due incontri del 18 ottobre, svolti uno a Rio nell’Elba e uno a Rio Marina.

“Le ragioni che vengono portate a sostegno del sì, in realtà dimostrano il contrario- ha spiegato Rossano Mancusi- Rio Marina ha già la gestione di Cavo ed Ortano. Aggiungendo anche Rio nell’Elba con Bagnaia, Nisporto, Nisportino, che stanno diventando centri turistici di rilievo, la gestione del comune di Rio sarebbe troppo estesa. C’è bisogno di una riflessione più profonda sulle gestioni locali, soprattutto dopo le soppressioni (seppur parziali) delle province, i piccoli centri sono una ricchezza”.

Sulla stessa linea Pino Coluccia, ex sindaco di Rio Marina ed esponente di minoranza durante l’Amministrazione De Santi. “Il comune di Rio avrebbe 3100 abitanti, che sono sempre troppo pochi, mantenendo gli stessi problemi che hanno adesso separatamente- ha detto- alla fine diventeremo 4 frazioni, Rio Marina, Rio Elba, Cavo e Bagnaia governate da un ente artificiale che non avrà modo di far fronte alle esigenze del territorio”.

Più volte, durante l’incontro,  è stata ribadita la concreta possibilità che in caso di vittoria del sì si possa creare una situazione di impoverimento generale. “Il centro più grande mangia sempre quello più piccolo- ha commentato Gaetano D’Auria– su 8000 comuni a cui è stata proposta una fusione solo 71 si sono accorpati, e solo per una opportunità economica e alla fine il comune più grande ha mangiato il più piccolo. Rio nell’Elba diventerà una frazione, e le frazioni saranno frazioni delle frazioni. Forse – ha commentato alla fine D’Auria- se prima di proporre il referendum si fosse avviata una gestione associata di 4 o 5 anni la fusione sarebbe anche stata una buona idea, ma quella di votare subito, senza fare una prova prima è una scelta azzardata dalla quale non si torna indietro”. Tutta l’intervista qui.