LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

“Serve un certificato che indichi i rischi per ogni edificio”

di Giuseppe Tanelli

"Serve un certificato che indichi i rischi per ogni edificio"

Era la notte fra il 14 ed 15 gennaio 1968 quando si ebbero le prime scosse del terremoto della Valle del Belice. Gibellina , Salaparuta, Poggioreale crollarono. Morirono centinaia di persone. Poi il Friuli, l’ Irpinia, Assisi, il Molise,la Val Nerina, l’ Aquila, Modena. In questi cinquanta anni le conoscenze sulle cause dei sismi e l’ individuazione delle zone a maggiore rischio si é enormemente allargata. Le esaltazioni di “ medievali” segni premonitori di gatti e galline si sonolentamente attenuate, così come le aleatorie previsioni parascientifiche. La consapevolezza nella opinione pubblica e nei decisori politici che , stante le attuali conoscenze, non possiamo prevedere il sorgere di un terremoto e la sua evoluzione, tende ad essere interiorizzata. Le tecniche per costruire e mettere un sicurezza sismica gli edifici si incrementano di giorno in giorno, ed i disastri , dolosi o colposi, causati da opere mal fatte, e mal controllate, sono sotto gli occhi di tutti.
Ora dobbiamo fare, con coraggio e rigore, quello che da almeno una ventina di anni, all’ indomani di un terremoto viene sempre detto: ogni edificio pubblico del nostro Paese, ogni monumento, ogni casa deve essere munita di un certificato in cui sono riportati i gradi di rischio sismico ed idrogeologico, sulla base delle caratteristiche edilizie e delle caratteristiche geologiche dei terreni sui quali è stato edificato. Quindi deve essere approntato un piano pluriennale in grado di intervenire per mettere in sicurezza gli edifici. Possiamo prevedere un piano ventennale per una spesa annua di quattro- cinque miliardi di euro . I California, in Giappone, e recentemente a Istanbul, un piano del genere , che prevede finanziamenti pubblici e privati è già in funzione. Dobbiamo incrementare i fondi per disporre, almeno nelle zone a maggiore rischio sismico ( 1 e 2) di carte geologiche di dettaglio in grado di definire a piccola scala le litologie e le fratture dei terreni . E’ inconcepibile che siano bloccati i fondi per dotare il nostro Paese di una adeguata e moderna Carta Geologica. In Italia è stato stimato che da una cinquantina di anni si spendono attorno a quattro miliardi di euro/anno per la ricostruzione delle case, delle fabbriche, delle strade e dei ponti, delle chiese e dei monumenti colpiti da eventi sismici e/o dissesti idrogeologici : il nostro tessuto civile, sociale, economico e culturale. Sono migliaia le donne , gli uomini, i ragazzi, i bambini scomparsi. L’ Italia non può attendere oltre, se vogliamo tentare veramente di non piangere ancora vedendo quelle masse di macerie seppellire tante vite e tante speranze.
Beppe Tanelli