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Porto Azzurro, torna l’incubo del commissariamento

Per la Corte dei Conti è inammissibile anche il secondo piano di riequilibrio finanziario del Comune, quello approvato dal ministero. Probabile ricorso al Tar. Simoni: "Non so che accadrà, abbiamo tagliato tutto il possibile"

Porto Azzurro, torna l'incubo del commissariamento

“Inammissibile la riproposizione del piano di riequilibrio presentato dal Comune di Porto Azzurro, in considerazione dell’insussistenza delle condizioni previste dall’articolo 573-bis I, del 27 dicembre 2013, n.147” . Così I giudici contabili della Corte dei Conti toscana, riuniti in assemblea lo scorso 3 marzo, hanno dichiarato gli atti predisposti dal Comune elbano dopo la ben nota odissea seguita alla dichiarazione dello stato dissesto economico ed al conseguente lavoro certosino di riequilibra tura dei conti fatto dalla amministrazione Simoni. E adesso cosa succederà? Arriverà il commissario prefettizio che qualcuno aveva evocato già due anni e mezzo fa? “Non sappiamo cosa accadrà – ci ha detto un amareggiato Luca Simoni, sindaco di Porto Azzurro – per noi sarebbe stato più facile affrontare un diniego al nostro piano di riequilibrio, mentre la Corte dei Conti lo ha semplicemente dichiarato inammissibile, senza entrarne nel merito. Eppure il nostro Conto Consuntivo 2014 ha visto più che dimezzato il debito iniziale, e lo stesso ministero delle Finanze aveva tenuto in esame per ben otto mesi il nostro piano di rientro prima di licenziarlo con un parere favorevole. Quello stesso piano oggi è dichiarato inammissibile dalla Corte dei Conti. Aspettiamo di leggere le motivazioni di questa decisione, nel frattempo abbiamo già affidato la questione ai nostri legali”.

In effetti, due anni e mezzo fa la Corte dei Conti contestò al Comune di Porto Azzurro un disavanzo di circa 2,3 milioni di euro. “Da allora – ha sottolineato ancora Luca Simoni – abbiamo tagliato la spesa in ogni modo possibile e risparmiato su spettacoli ed eventi pubblici. Ma, oltretutto, abbiamo anche risolto assieme ad Esa la criticità che era alla base della crisi finanziaria dell’ente, ottenendo dalla Cassa depositi e prestiti 1,9 milioni di euro in prestito, sostenibili grazie alla chiusura positiva della transazione con Esa che ci riconosce 140mila euro all’anno di indennità ambientale, con i quali copriamo ampiamente i 90mila euro di rata trentennale del prestito stesso”.

In attesa delle motivazioni della Corte dei Conti, dunque, il comune di Porto Azzurro non si arrende: trattandosi di un atto amministrativo, nei confronti della decisione della Corte dei Conti potrebbe anche essere impostato un ricorso al Tar.