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“I crolli? Non dipendono dai pozzi. Cause in superficie”

La società che gestisce il servizio idrico respinge le accuse: "Approssimazioni e difesa di partiti presi, gli enti dovrebbero istituire un tavolo tecnico serio". "Cinque pozzi nel bacino idrografico, censiti e realizzati prima del 2005"

"I crolli? Non dipendono dai pozzi. Cause in superficie"

Approssimazioni e posizioni per partito preso. Asa esclude con fermezza che i crolli sulla strada provinciale per Rio Marina possano essere stati causati dai pozzi aperti in zona. E chiede un tavolo tecnico serio delle pubbliche amministrazioni. Ecco come la società che gestisce il servizio idrico interviene, dopo le ipotesi avanzate nei giorni scorsi: “In merito alle questioni del crollo della strada provinciale per Rio Marina, ci preme innanzitutto precisare la natura e le circostanze dell’incarico che Asa ha affidato all’Università di Siena. Ben prima degli attuali crolli, nel giugno 2012, Asa ha stipulato con l’Università di Siena un “Accordo quadro” per lo sviluppo di ricerche scientifiche di comune interesse. Questo ha portato alla realizzazione di una serie di sondaggi esplorativi per potenziare la disponibilità idriche sull’Isola d’Elba, a seguito dell’emergenza idrica del 2012.

Grazie anche al contributo che ne è derivato, nell’estate 2013 la distribuzione dell’acqua sull’Isola è avvenuta senza alcun disservizio. Rileviamo peraltro che nessuno dei 13 sondaggi è stato effettuato nel Bacino idrico del Piano, nel Comune di Rio nell’Elba. Questa ricerca ha dato lavoro e formazione professionale a dieci geologi neolaureati. Con l’intenzione di dare un contributo scientifico e fare una diagnosi delle cause che determinano i cedimenti della strada SP26, senza fermarci al solo telerilevamento dell’evento o alla sua previsione, Asa ha dato ulteriore seguito a tale accordo.

Infatti nel Luglio 2013 Asa ha stipulato una “Convenzione di ricerca” con l’Università di Siena – Centro di GeoTecnologie stanziando un “Contributo di liberalità” per l’istituzione di una borsa di Dottorato di ricerca triennale. Il 50% del costo viene coperto con risorse dell’Università di Siena. Il vincitore della borsa, Dr. Giovanni Liali, dal novembre 2013 sta svolgendo ricerche previste con il tutoraggio del professor Luigi Carmignani, docente della scuola di dottorato.

Visto il susseguirsi degli eventi e le polemiche spesso pretestuose sui giornali, Asa ha deciso di mettere a disposizione un ulteriore “Contributo di liberalità” per cofinanziare, ancora al 50% con l’Università di Siena, una nuova borsa di Dottorato sullo stesso argomento. Il contributo di ASA di 78.000 euro è quindi un finanziamento alla ricerca nell’interesse pubblico e super partes, sviluppata da due neo laureati, in compartecipazione con l’Università di Siena, che mette anche a disposizione il Professor Carmignani e le strutture universitarie. Parte di questa cifra è invece necessaria per le indagini geofisiche e gravimetriche sul luogo.

Premesso che dalle considerazioni dei geologi interni di Asa emerge che i crolli in questione non sono attribuibili ai pozzi, ma hanno cause più superficiali e legate allo scorrimento delle acque di pioggia e all’antropizzazione del territorio, e in attesa dei risultati che le indagini sul campo daranno, forniamo una serie di informazioni sui prelievi di acqua nel bacino interessato.

I pozzi gestiti da Asa presenti nel bacino idrografico sono in totale 5, censiti nelle cartografie ufficiali della Provincia di Livorno, e sono stati tutti realizzati dalla Comunità Montana prima del subentro nel 2005 di ASA, che non ha perforato nessun nuovo pozzo aggiuntivo, se non la sostituzione, nell’estate 2006, del vecchio pozzo in località il Piano per problemi strutturali.

Il prelievo totale di acqua dal bacino idrogeologico negli anni 2005-2013 ripartito anche fra le singole opere di captazione presenti è indicato nella scheda allegata. I prelievi totali, indicati in blu, sono pari a 600.000 mc/a. Nei Comuni dove è presente un forte turismo estivo, nei mesi invernali viene gradualmente ridotto il prelievo, con la chiusura momentanea di alcuni pozzi.

Anche all’Isola d’Elba, a partire da ottobre, come avviene tutti gli anni, i pozzi denominati “il Piano”, Chioros, Venelle 2, nel Comune di Rio nell’Elba, sono stati fermati, fino ad aprile/maggio, mentre sono rimasti in funzione i pozzi San Giuseppe e Venelle 1, per un prelievo complessivo di 15 l/s. Questa situazione è così da ottobre, senza modifiche.

Leggiamo con un certo stupore le affermazioni scientifiche del Professor Casagli che, nel rallegrarsi del rallentamento dello sprofondamento della carreggiata afferma: “L’unica spiegazione possibile al rallentamento dei movimenti che fino ad una settimana fa hanno creato voragini nella strada che porta verso Rio Marina potrebbe essere l’interruzione degli emungimenti di acqua dai pozzi da parte di Asa. Secondo la mia esperienza la spiegazione è questa – conferma Casagli – quando nei cedimenti si interrompe una curva a andamento iperbolico come quella che in questi giorni si è registrata al Piano posso solo ipotizzare perché non si attinge più l’acqua”.

Di fronte ad approssimazioni e alla difesa di partiti presi, crediamo che un tavolo tecnico serio debba essere istituito quanto prima dalle Pubbliche Amministrazioni.