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Elba e soccorso agli animali: sembra Toscana, è Terzo mondo

di Sara Turetta (presidente di Save the Dogs and other Animals di Milano)

Elba e soccorso agli animali: sembra Toscana, è Terzo mondo

Sabato, intorno alle ore 18.30, ci troviamo in auto Lacona, nei pressi di Capoliveri, quando notiamo improvvisamente sul ciglio della strada un capannello di due persone. Ai loro piedi, ansimante e pieno di bava, un gatto nero appena travolto da un’auto. Il suo investitore si era ben guardato dal fermarsi ma un ragazzo residente lì vicino stava contattando i vigili. “Mi hanno detto che cercano di rintracciare il medico dell’Asl e arrivano”, ci ci dice. Bene, buona notizia. Nel frattempo il mio compagno, il presidente di Enpa Milano, mette il gatto in un sacco traforato dentro alla nostra auto, perchè il povero animale terrorizzato si trascinava sulle zampe anteriori con il resto del corpo paralizzato, rischiando di finire in mezzo alla strada. Passano i minuti, non si vede nessuno. Così decidiamo di cercare un veterinario privato. Ne chiamiamo sei o sette: alle ore 18.50 di un sabato di agosto, con l’isola d’Elba affollata di turisti, non ne risponde neppure uno, né sul fisso, né sul cellulare. Dopo tre quarti d’ora appare l’auto dei vigili, ma senza medico Asl. Dopo pochi minuti si ferma accanto a noi una signora in motorino, con un vestitino da spiaggia: “Sono venuta a dare un’occhiata al gatto”. E’ la dottoressa (…) dell’Asl. Capiamo subito che le cose si mettono male.

Da quel momento viviamo in una specie di film surreale, dove succedono cose a cui non riesci a dare un senso. La dottoressa fa notare immediatamente di essere venuta solo per “fare un favore ai vigili”. Il presidente di Enpa Milano si irrigidisce: le chiede di farsi carico del gatto, ma la dottoressa risponde di non avere alcuna responsabilità, né un luogo dove portarlo. Insiste però per visitarlo, e quando le si fa notare che non servirebbe a nulla tirarlo fuori dal portabagagli terrorizzato non potendo prestargli alcuna cura (la dottoressa non aveva con sè nulla, nemmeno un cerotto), risponde piccata: “Vedo che lei ha già fatto la diagnosi, quindi io ho studiato 5 anni per niente. Potrebbe essere solo spaventato”. Certo, un gatto con il treno poteriore paralizzato è solo spaventato… Riesce addirittura a chiedere ai vigili di portarlo nel proprio ufficio, aspettando fino a lunedì (lunedì?!) la riapertura di un ambulatorio. I vigili strabuzzano gli occhi e le chiedono se sta scherzando. Quindi la dottoressa chiama un veterinario neolaureato e chiude la telefonata dicendogli “si, però procurati il tanax però…”. Mentre avviene tutto questo io continuo a cercare disperatamente un medico veterinario, invano. I toni nel frattempo si alzano: la dottoressa insiste nel dire che il gatto non è una sua tresponsabilità, come sostiene il presidente di ENPA Milano, che anticipa un esposto alla Procura e all’Ordine dei Medici Veterinari per il suo comportamento. Quest’ultima prende il casco e se ne va lamentando di aver “perso tempo”, come il video che ho girato documenta (http://www.youreporter.it/video_Veterinaria_ASL_nega_aiuto_a_gatto_investito). I vigili impotenti restano li con noi mentre continuiamo a cercare veterinari. Dall’auto escono dei vocalizzi: il gatto piange, sta malissimo. E’ passata un’ora e mezza da quando ci siamo fermati. Improvvisamente tutto tace nell’auto. Il gatto è morto. I vigili affranti prendono il sacco e se lo portano via. Non sembra ci sia neppure un servizio di incenerimento sull’isola.

Conclusioni: all’isola d’Elba:

– esiste un fenomeno grave di randagismo felino di cui le istituzioni non si stanno facendo carico.

– sono morti recentemente due cani di turisti che non hanno trovato un servizio di pronto soccorso veterinario.

– se trovi un cane randagio lo porti all’ufficio dei vigili e lì resta, perchè non esiste un canile.

– c’è un medico dell’ASL, che quando fai notare la situazione inaccettabile risponde “ma se non si interviene per le persone che stanno male qui, di che cosa stiamo parlando, di un gatto?”.

Al sindaco di Capoliveri Ruggero Barbetti e ai suoi colleghi elbani chiedo: dove sono finiti i fondi regionali per l’applicazione della 281? Come è possibile che una meta di turismo internazionale dia prova di tale inciviltà e arretratezza? Cosa ci vuole a fare una convenzione con un veterinario per il pronto soccorso, perlomeno nei mesi estivi?  Ai veterinari privati dell’isola, invece, chiedo dove sia andato il loro giuramento, dove sia finita la loro deontologia. Possibile che delle migliaia di animali randagi e di proprietà che affollano l’isola non vi sentiate minimamente responsabili? Riuscite a dormire sereni ugualmente la notte? Alla dottoressa, invece, chiedo una cosa sola: di cambiare lavoro, per il bene di tutti noi.