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“Sono ruvidi ma non si sono venduti”. Ci vedono così

Fra tanti reportage dedicati all'isola, spicca quello pubblicato dal Fatto e curato dal service Ink. Una descrizione critica ma realistica e non avara di riconoscimenti: "Nonostante la sua realtà di nota destinazione turistica, l’Elba è ancora miracolosamente autentica. Merito degli elbani"

"Sono ruvidi ma non si sono venduti". Ci vedono così

“Un luogo ancora autentico, preservato dai suoi abitanti. I musei sono sempre da scovare e ancor di più i resti delle tre ville romane presenti sull’isola. Ma basta guardarsi intorno per spalancare gli occhi di fronte a splendidi paesaggi”. Così ci vedono, così ci presentano ai lettori. Il “Fatto” ha pubblicato un ampio servizio dedicato all’Elba, curato dal service “Ink studio giornalistico”. Critico ma non avaro di riconoscimenti. Insomma, tutto sommato non facciamo una brutta figura. Ci descrivono così: “Toscani e per di più isolani, gli abitanti dell’antica Ilva sono ruvidi. Non hanno venduto e non vendono a tutti i costi la loro terra. Loro sono lì. Se ci volete stare anche voi, accomodatevi, ma senza la pretesa di cambiare troppo, né che tutto ruoti intorno a voi. Da tutto questo deriva il resto. Bastano 50 minuti di traghetto per arrivare all’Elba da Piombino. Un’isola vicina alla terraferma, quindi, ma lontana per caratteristiche e atmosfere. Nonostante la sua realtà di nota destinazione turistica, l’Elba è ancora miracolosamente autentica. Merito degli elbani, innanzitutto”.

“Se volete andare in giro e visitare troverete cose meravigliose – avvertono nel reportage – ma nulla sarà mai servito su un piatto d’argento, come un invito: i musei sono sempre da scovare e ancor di più i resti delle tre ville romane presenti sull’isola (la più bella è Villa delle Grotte, sulla strada tra San Giovanni e Porto Azzurro, con vista stupenda sul mare e su Portoferraio), da guadagnare oltre cancelli spesso chiusi e rovi. Il discorso vale al contrario per la natura: basta girare l’isola per spalancare gli occhi di fronte all’incredibile varietà di ambienti e paesaggi: dalla vegetazione quasi alpina del monte Capanne (1019 metri sul mare, si raggiunge la vetta anche in funivia), alle zone pianeggianti che precedono Porto Azzurro, fino all’infilata di spiagge bianche, nere, scogli e ghiaia che hanno reso l’Elba una famosa località balneare”.
E, a proposito di cose da vedere, fa piacere leggere che “l’Elba ha un patrimonio di arte e storia che non ha l’uguale nelle altre piccole isole italiane”. Si parla dei paesi, “uno più bello dell’altro, dai minuscoli San Piero e Sant’Ilario alle panoramicissime cittadine di Capoliveri e Marciana”. Si parla dei musei, e il consiglio, “se volete scegliere un solo museo”, è questo: “Andate a quello archeologico della Linguella, a Portoferraio”. Si parla delle spiagge, delle miniere (poco) delle terme di San Giovanni, dei sentieri. E a proposito di festival, si cita il più celebre: “Sicuramente quello internazionale di musica, quest’anno alla 17ma edizione, che si tiene dal 30 agosto all’8 settembre”. Il prodotto tipico dell’Elba? Si cita la schiaccia ebriaca (ubriaca), un dolce basso con uvette e alkermes in vendita in tutti i negozi di alimentari.