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Cosa significa se l’elisoccorso viene usato come un’ambulanza

di Sergio Bicecci

Cosa significa se l'elisoccorso viene usato come un'ambulanza

E’ cosi presente e pressante l’argomento Sanità nella nostra Isola che, pur senza novità di rilievo, nella quantità di interventi che si leggono troviamo anche notizie che richiederebbero maggiore precisione e prudenza. Infatti ritengo che scrivere di potenziale chiusura dell’Ospedale sia un errore, perché è una inesattezza e la notizia, trovando credito, aggiungerebbe al danno già perpetrato quello negativo della comunicazione ormai globalizzante. È vero, invece, quanto dannosa sia stata la politica sin qui adottata con la forzata chiusura di importanti e vitali servizi ospedalieri, nonché il conseguente serio aggravio sociale ed economico recato alla popolazione, obbligata a viaggi e soggiorni per essere vicini ai familiari ricoverati altrove. Ciò riduce, di fatto, gli elbani a utenti di serie B. Il tutto dopo averci tolto ciò avevamo avevamo. Viene da domandarsi con quale giustificato diritto, forse con la legge del più forte? Non mi si venga a dire che si pensato al nostro bene. Non mi si venga a dire neppure che i provvedimenti presi accentrando i servizi fuori dall’Elba, rispondano ad una logica di bilancio della Sanità regionale, già grave per altri motivi ben conosciuti. Potremmo aggiungere che l’Elba contribuisce con tasse e imposte più di quanto gli ritorni in servizi. Nella avvalorata situazione di fallimento, ma di chiara sudditanza politico- amministrativa, pensino i lettori a quali e quanti servizi sono transitati oltre il canale. Ma ritornando alla Sanità penso alle centinaia di voli annuali in elicottero, al loro costo, al costo sostenuto per la costruzione e la gestione quotidiana della piattaforma di atterraggio. Ma ormai il dado è tratto ed è innegabile l’utilità dell’elicottero per pazienti a rischio vita. Sembrerebbe invece che venisse utilizzato spesso anche per trasferimenti di patologie importanti ma senza caratteristica di urgenza. Per quei trasferimenti, cioè, che sono sempre stati gestiti con autoambulanze. Allora si pensi alla differenza di costo tra i due mezzi di trasporto, valutabile da poche centinaia a diverse migliaia di euro a viaggio. Si dirà che ci lamentiamo per un servizio di lusso del quale dovremmo invece esserne contenti, ma il fine del mio ragionamento è che con tanti milioni di euro così spesi avremmo potuto continuare ad avere un primariato di ortopedia funzionante, creare un servizio di terapia sub intensiva consentendo così anche maggiore libertà operatoria alla divisione chirurgica, avremmo potuto avere anche un servizio cardiologico per il trattamento delle occlusioni coronariche, il tutto da giustificare anche un organico, come quello attuale, di 6 o 7 anestesisti, sapendo che erano meno quando venivano effettuate diverse sale operatorie a settimana. Cade in errore, inoltre, chi sembra rinunciare alla primaria richiesta di ripristino dei servizi e sollecita il rispetto dell’accordo firmato dai sindaci con l’assessore Marroni, perché quello, mi ripeto e si rivedano i miei precedenti interventi, è un accordo estremamente riduttivo, firmato forse in buona fede attraverso la lettura di un linguaggio sconosciuto e un po’ specialistico, lesivo dei nostri diritti e si badi bene, sottolineo, della nostra dignità di persone, garantita anch’essa dalla Costituzione. Rifletta chi avrebbe potuto impegnarsi maggiormente! Mi si dirà che criticare è facile, verissimo, che alla critica dovrebbe seguire una proposta, altrettanto vero. Ma quale proposta può fare un libero cittadino, quest’ultimo può soltanto alzare un lamento, disatteso. Infatti neppure la protesta di migliaia di cittadini si è dimostrata utile. Nel frattempo si inaugurano nuovi ospedali, se ne progettano altri e l’impoverimento del nostro non ha ancora toccato il fondo, in barba alla tanto ricordata particolarità insulare. Ci meritiamo forse tutto questo? C’è qualche colpevole e cieca responsabilità? Sicuramente niente capita per caso ed è sulla genesi di quanto ci sta accadendo che l’Elba tutta deve riflettere, preoccuparsene e anche provvedere, con tutti gli strumenti possibili a disposizione: amministrativi, politici, sindacali, e da ultimo elettorali, chiedendo ai futuri candidati alle prossime elezioni amministrative garanzie sulla loro libertà intellettuale e sulla gestione del nostro territorio.