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“Porcellino” e stipendi regionali: urgono riforme e sforbiciate

di Giovanni Fratini

"Porcellino" e stipendi regionali: urgono riforme e sforbiciate

Riuscirà la Regione a cancellare quel “porcellino” della legge elettorale, che ha ispirato il legislatore nazionale a varare il tanto vituperato “porcellum”? Il presidente Rossi, durante la campagna elettorale del 2010, assicurò che all’inizio del suo mandato avrebbe subito proposto la modifica della legge. A distanza di quasi tre anni “il porcellino” è ancora vivo e vegeto.

I massimi dirigenti del PD regionale hanno avuto l’idea di sottoporre a referendum popolare la scelta di come dovrà essere il nuovo sistema elettorale in Toscana. Se ci si dovrà affidare a quello che restituisce agli elettori la possibilità di esprimere una o più preferenze o ad un sistema maggioritario uninominale. L’idea non è male, anzi è senz’altro buona. Speriamo solo che non venga limitato il diritto di voto, come è avvenuto con le primarie per la scelta del candidato alla presidenza del Consiglio, soltanto a  chi si impegna a votare per il centrosinistra.

In questo caso non si tratterebbe di scegliere il candidato premier e quindi non reggerebbe “la scusa” del pericolo di infiltrazioni che possono condizionare il risultato del voto, ma di scegliere le regole per l’elezione dei Consiglieri regionali. Quindi sarà bene evitare “esami di ammissione”. Su un altro fronte il Partito democratico (come tutti gli altri Partiti attualmente presenti in Consiglio regionale) non si è mosso. Quello degli “stipendi” piuttosto succosi degli Amministratori della Regione. Anzi tutti i partiti, in verità, si sono mossi, ma per mantenere privilegi economici che sviliscono la politica da attività di servizio ad attività professionale o semiprofessionale  ben remunerata.

Per tutto l’anno 2012 ad ogni componente del Consiglio regionale è stata riconosciuta una indennità di carica lorda di 88.009,56 (pari a 7.330,00 euro mensili). Oltre a questa indennità esiste anche quella di funzione, cui hanno diritto quei Consiglieri che ricoprono particolari incarichi. Questa indennità  varia a seconda del tipo di incarico. Va da un minimo annuo di 6.769,00 euro per il Consigliere che è un semplice componente di una delle sette Commissioni consiliari ad un massimo di 33.849 per il presidente della giunta. Poi ci sono quelle previste per gli assessori, il presidente, i vicepresidenti e i segretari del Consiglio; per i presidenti, i vicepresidenti e i segretari delle commissioni consiliari; per capigruppo e vice capigruppo; e infine (è stata inventata anche questa figura) per il portavoce dell’opposizione che variano da 13.500 a 20.300 euro l’anno.

Per farla breve la stragrande maggioranza dei Consiglieri regionali percepisce sia pure, come detto, in diversa misura, l’indennità di funzione. Soltanto 8 su 55 non ce l’hanno. E così, tra indennità di carica e di funzione, il Consiglio regionale è costato ai cittadini toscani, nel 2012,  oltre 5 milioni di euro. Per la precisione 5.371.000. Se poi aggiungiamo i rimborsi spese per missioni, quelli  chilometrici, i gettoni di presenza alle sedute del Consiglio e altre “cosette” ancora (come il telepass o il rimborso per i quotidiani) si raggiunge la ragguardevole cifra di 7 milioni e 300 mila euro.

Ebbene, non ostante che sia abbastanza chiaro da tempo che la gente (quella fatta di lavoratori in cassa integrazione o disoccupati,  di giovani senza lavoro, di pensionati con redditi spesso di fame a cui ultimamente si sono aggiunti gli esodati) è molto “incavolata” (ho naturalmente usato un eufemismo) per i costi della classe politica sia a livello regionale che nazionale, il Consiglio regionale, nel dicembre dello scorso anno, ha approvato una nuova legge, la n° 85, per la disciplina del trattamento economico da riconoscere agli amministratori, ma che poco o nulla cambia. Sono state ridotte le voci che componevano il trattamento economico annuo, ma il suo ammontare rimane invariato. Oltre alle indennità di carica e di funzione, che rimangono intatte, ciascun componente del Consiglio avrà diritto ad un “rimborso spese per l’esercizio del mandato” che consente ai presidenti del Consiglio e della giunta di percepire la ragguardevole somma di 13.000 euro ogni mese. Per chi prende, oltre alla indennità di carica, anche quella connessa ad una eventuale funzione (vice presidenti, segretari del consiglio, presidenti, vice presidenti, segretari e semplici membri di Commissione, capi e vice capigruppo, portavoce dell’opposizione) i compensi mensili possono raggiungere anche 12.800 euro. I Consiglieri che non godono della indennità di funzione, pochi come abbiamo detto, possono arrivare a riscuotere, alla fine di ogni mese, fino a 11.100 euro.

Quando, nel dicembre dello scorso anno, è stata approvata la legge n° 85 , non si conosceva ancora il risultato delle elezioni politiche. Ed evidentemente non si percepiva il livello di rabbia del popolo degli elettori. Forse non sarebbe male se, anche sull’esempio di quanto hanno fatto i presidenti del Senato e della Camera, il Consiglio regionale rivedesse in fretta quella legge prevedendo, questa volta, una bella “sforbiciata”. O dobbiamo aspettare (e sperare) che alle prossime elezioni regionali, nel 2015, un 25-30% dei toscani voti per il Movimento 5 Stelle?