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Ambiente, natura, genetica: le ipotesi sul cancro all’Elba

Venti ricercatori pisani guidati dall'epidemiologo Bianchi analizzeranno l'incidenza dei tumori all'isola. Tutti i dati raccolti saranno studiati da un comitato scientifico con medici anche elbani. Nuovo resoconto sull'appuntamento di viale Manzoni: si è parlato di radon, arsenico e dna

Ambiente, natura, genetica: le ipotesi sul cancro all'Elba

Fattori ambientali, naturali, genetici. Sembrano queste le ipotesi intorno alle quali potrebbero lavorare gli esperti per arrivare a una conclusione scientifica che dia una risposta all’interrogativo: il cancro all’Elba colpisce di più? E, se sì – come molti credono – perché?

Il primo passo è stato un convegno nella sala della Provincia di viale Manzoni, organizzato dal Comitato Michele Cavaliere con il sostegno e la partecipazione  del Lions Club Isola d’Elba. Fabrizio Bianchi, epidemiologo,  dirigente ricercatore del Cnr, ha preso atto delle preoccupazioni e delle segnalazioni dei tanti interventi, offrendosi per l’analisi statistica con il suo gruppo di 20 ricercatori che fa capo alla fondazione Monasterio di Pisa. I dati saranno raccolti con la partecipazione dell’Asl da un Comitato scientifico, facente sempre capo al Comitato Cavaliere, al quale si sono offerti di partecipare già prima della manifestazione, i medici Riccardo Palombo e Marcello Camici elbano impegnato nella medicina interna all’Università di Pisa.

Ma quali sono le ipotesi formulate? Qualche preoccupazione c’è per la presenza di arsenico nella nostra acqua “potabile”, in certi casi resa tale da una deroga sul valore massimo accettato dalla concentrazione di arsenico trivalente. Luigi Genghi, responsabile Igiene pubblica dell’Asl 6, ha affermato – lo riportano gli organizzatori – che i risultati degli esami sono alterati dalla presenza di arsenico combinato con ferro, definendo la situazione accettabile, ma certo da monitorare.

Altra questione spesso evocata: il passaggio dei molti aerei. Il gruppo di Bianchi, che attualmente sta indagando la situazione attorno ad alcuni grandi aeroporti italiani, se avrà risultati scientificamente provanti la relazione fra i tumori e questa situazione ambientale, tornerà ad indagare anche l’influenza dei voli sull’Elba. Certa sembra la responsabilità, specialmente su leucemie e linfomi, del radon, gas a modesta emissione radioattiva, emesso dal granito e che si concentra in cantine, pozzi, seminterrati. Filippo Rosselli, appositamente venuto da Parigi dove fa ricerca oncologica in relazione alla genetica, non trascurerebbe l’influenza di questo aspetto sulla situazione elbana, insulare e quindi con incroci familiari limitati che potrebbero aumentare il rischio. Un occhio di sospetto, secondo qualcuno, deve essere riservato anche ai fumi delle vicine acciaierie che, i venti di grecale e in generale da levante, portano verso la nostra isola. Già in programma un prossimo incontro per sviluppare la ricerca.