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“Elba a rischio bombe d’acqua, possiamo prevederle”

Per Giampiero Marracchi, presidente del Lamma, l'isola è sottoposta a questi fenomeno che si verificano da 15-20 anni e sono dovuti all'aumento della temperatura dei mari: "Si può sapere quando colpiranno ma il luogo preciso solo con mezz'ora di anticipo". Nuova perturbazione il 18-20 novembre

"Elba a rischio bombe d'acqua, possiamo prevederle"

Non è la prima volta che un evento simile si abbatte sull’Elba e non sarà l’ultima. Cosi commenta il nubifragio che si è abbattuto su Campo Giampiero Maracchi, presidente del comitato scientifico del Lamma, il laboratorio di monitoraggio ambientale toscano, e coordinatore dell’Ibimet, l’istituto di biometeorologia del Cnr. Questi fenomeni intensi, spiega, si stanno verificando ormai da 15-20 anni e sono dovuti all’aumento della temperatura dei mari che crea vapore d’acqua che poi scarica sul terreno. E l’Elba è sottoposta a questi fenomeni che arrivano da Ovest, secondo la rotazione terrestre, considerata anche la sua conformazione. “L’Elba è a rischio – conferma Maracchi – e mentre prima si poteva verificare un episodio ogni 15 anni ora si stanno intensificando ed è possibile che ce ne sia anche uno all’anno”.

E’ da anni che Maracchi studia e segue l’evoluzione di questi fenomeni, ed è difficile prevedere la zona specifica su cui si abbatteranno. Infatti sono molto intensi e scaricano molta acqua in poco tempo. “Come Lamma possiamo prevedere l’evento e il rischio conseguente 24 ore prima – spiega il professore – mai il luogo preciso in cui si abbatterà il nubifragio lo possiamo sapere solo con mezz’ora di anticipo. Sono fenomeni violenti e molto veloci. Si individua l’area vasta che sarà interessata dalla perturbazione, ma nessuno potrà mai dire con certezza dove succederà l’evento”.

Da oggi le previsioni meteo sono buone. Ma tra il 18 e il 20 di novembre è prevista una nuova perturbazione. “Per ora è presto dire come e dove sarà – termina il professor Maracchi – Quando saremmo più vicini a quella data potremo dire quali sono le zone a rischio”.

AnDan