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“Chi firma per quella legge regala una delega in bianco alla Regione”

Marini per il no: "Sta succedendo nel Casentino, e il comitato lo conferma. Sarà Firenze a decidere quanti Comuni istituire dopo il voto, deludendo tutti, chi ne vuole uno solo e chi 8. Ai promori: fermate questo pasticcio e ripartite"

"Chi firma per quella legge regala una delega in bianco alla Regione"

“Sarà la Regione a decidere tutto. Sta accadendo nel Casentino: il Consiglio regionale si riserva di valutare in modo discerezionale i risultati dell’eventuale referendum per poi decidere quanti Comuni fare. Ecco perchè quelle firme sono una delega in bianco, questo meccanismo deluderà tutti, anche chi vuole un Comune solo. Fermatevi e ripartite”. Così, per il comitato del “No”, Roberto Marini interviene nella discussione sulla raccolta di firme per la presentazione della legge sulla fusione:

“Sempre più persone perplesse, e sempre più perplessità. L’iter avviato dai fautori del Comune unico ora suscita contrarietà e prese di distanza anche fra coloro che inizialmente erano favorevoli, e non è difficile spiegare perché. È proprio il meccanismo avviato, prima ancora che gli obiettivi, a rappresentare un vulnus al diritto degli elbani di scegliere il loro futuro, anche di coloro che sono favorevoli al Comune unico. Ormai è chiaro, e ora viene certificato dalle parole che arrivano dal comitato e dal Consiglio regionale. Lo si può leggere nel profilo del comitato. “Tengo a precisare – ha detto il presidente il presidente della commissione affari istituzionali Marco Manneschi a proposito del Casentinese – che la commissione ha condiviso sia la necessità che le popolazioni possano esprimersi attraverso un referendum, sia la necessità di non anticipare alcun risultato. L’esito del referendum – ha sottolineato – potrebbe anche indicare dimensioni diverse ed inferiori rispetto al quesito”.

Dimensioni diverse. Ma che significa? È la stessa formula usata da Alberto Nannoni nella risposta che ha indirizzato al sottoscritto. Significa che sarà il Consiglio regionale a decidere se fare uno, due, tre o quattro Comuni. Sarà il Consiglio regionale a valutare, con assoluta discrezionalità, i risultati del voto. Ed è facilmente comprensibile il perché. Se il sì vincesse ovunque il Comune unico si farebbe, se il no vincesse ovunque non si farebbe; ma queste sono solo ipotesi residuali. Il caso più probabile è quello di risultati diversi Comune per Comune. Cosa accadrebbe allora? Non verrebbero contati, come qualcuno crede, i voti totali a livello elbano: la Regione valuterebbe il tutto come meglio crede. Per questo Manneschi parla della necessità di “non anticipare alcun risultato”.

Facciamo un esempio: se alcuni Comuni votassero massicciamente contro, e gli altri a favore, i “ribelli” potrebbero essere accorpati (fra loro o a un altro paese, magari favorevole al Comune unico) e sarebbero affiancati al Comune Elba. Oppure potrebbero essere tre i Comuni risultati da questa operazione di ingegneria istituzionale. O quattro. Chi lo sa. Di sicuro si sa che tutto avverrebbe in barba alla volontà dei Consigli comunali e degli elettori. Ecco perché abbiamo parlato e sempre più convinti parliamo di un inganno. Chi firma non chiede il referendum. Chi firma dà alla Regione una delega in bianco per ridisegnare la geografia dei Comuni sulla base di una semplice indicazione, questo sarebbe il referendum secondo loro, e la Regione la valuterebbe nel modo più discrezionale possibile, alla fine deludendo tutti, i favorevoli al Comune unico e i contrari. Chi ha architettato questo mostriciattolo voleva ingannarci. Chi era in buona fede sta aprendo gli occhi. A tutti non resta che indirizzare un appello: fermatevi, prima che sia troppo tardi, e ripartite. Fermatevi, e pensiamo ai veri problemi dell’isola”.