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Ornella Vanoni, Giorgio Strehler e un’albergatrice elbana

La cantante a 77 anni si confessa in un bellissimo libro di Giancarlo Dotto che ripercorre la storia dei suoi grandi amori, da Gino Paoli al mitico regista del "Piccolo". Il racconto della sua passione e delusione all'isola

Ornella Vanoni, Giorgio Strehler e un'albergatrice elbana

«Sono una signora di 77 anni che non ha mai avuto così tanta voglia di fare felice la gente e se stessa con il suo canto». Così Ornella Vanoni si confessa nelle pagine del libro (edito da Mondadori) che ripercorre la sua vita e i suoi amori, scritto con Giancarlo Dotto e intitolato “Una bellissima ragazza. Il magazine –l’inserto del giovedì – del Corriere della Sera ieri ne ha riportato in esclusiva alcuni brani, che ripercorrono la storia dei grandi amori della cantante. Grandi nomi oltreché grandi amori. Come quello di Gino Paolo, o di Giorgio Strehler, il regista milanese che ha cambiato il teatro del Novecento. E una parte di quella storia riguarda anche l’Elba, e in particolare un’elbana, anche se la sua identità (ed è giusto così) forse resterà un segreto che Strehler si è portato con sé per sempre.

“Avevo diciannove anni e non chiedermi cosa mi ha detto o cosa abbiamo fatto – ricorda la Vanoni – Non me lo ricordo. Anzi, sì. Mi ha baciata, ci siamo abbracciati e abbiamo fatto anche l’amore. Sono tornata a casa che ero in estasi. Lui mi telefona, eccitatissimo, alle quattro del mattino: «Adesso faccio El nost Milàn e sarà uno spettacolo stupendo perché ora ci sei tu vicino a me. Te lo dedico»”.

Il maestro e la studentessa diventarono una cosa sola. La Vanoni ricorda poi una sorta di ossessione sessuale del grande regista: “Non l’avevo sospettato nemmeno quando, mentre lui lavorava e io gli ronzavo intorno, commentava pieno di ammirazione le qualità del mio culo”. E qui entra in scena – è il caso di dirlo – la nostra isola: “Cominciai a capirlo – dice lei – quando andammo per la prima volta insieme all’Elba. Io ero timidissima, adorante, mi pettinavo in continuazione per l’insicurezza. Scoprii in quei giorni che si era fatto una sveltina con la proprietaria dell’albergo. Perché, mi chiedevo? Se sei innamorato, perché? Non capivo. Ero straziata”.