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L’Asl sta trasferendo il centralino notturno a Livorno

In questi giorni prove tecniche in corso, da martedi non ci sarà più l’operatore di servizio in portineria dalle 22 alle 7. Critico il comitato Elba sanità: "Si perde un punto di riferimento importante per informazioni e sicurezza"

L’Asl sta trasferendo il centralino notturno a Livorno

Prove tecniche in corso per il trasferimento della gestione del centralino dell’Ospedale a Livorno. Se ne sono accorti gli utenti del nosocomio elbano in questi giorni quando, per cercare di mettersi in contatto con i vari reparti o con il personale medico in servizio, si sono sentiti rispondere in maniera approssimativa da personale che si è scusato per le imprecisioni, adducendo a giustificazione, appunto, le “prove tecniche” in corso di svolgimento.

Il provvedimento, che dovrebbe entrare in vigore già da martedì, dovrebbe riguardare le ore notturne del servizio. Chi telefonerà dalle 22 alle 7 si sentirà rispondere – come accade comunque già da anni per il servizio 118 e per l’emergenza incendi del 115 del Vigili del Fuoco – da un operatore di stanza a Livorno.

La decisione dell’Asl, tesa ovviamente al contenimento dei costi della gestione dell’ospedale elbano, ha già suscitato le prime polemiche: “In questo modo – ha commentato il Comitato Elba Sanità – si priverebbe il nosocomio elbano di un punto di riferimento importantissimo per chi ha necessità di informazioni rapide e circostanziate nel caso abbia bisogno di interventi sanitari immediati”. “Non solo – aggiunge il comitato – ci saranno problemi anche per la sicurezza di tutta la struttura, poiché l’assenza di personale in portineria la priverebbe di un filtro efficace nell’accesso ai suoi locali, essendo la conoscenza personale elemento importantissimo per evitare pericolose intrusioni”. “Affidare tale compito a personale dislocato a Livorno che non ha conoscenze dirette in loco e con meccanismi di apertura a distanza – secondo il comitato elbano – sarebbe sicuramente deleterio sia in termini di tranquillità per i ricoverati e il personale, sia anche di sicurezza qualora simili meccanismi non dovessero funzionare a dovere”.