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“Difenderemo la legge, fino all’esecuzione forzata”

Scontro sull'incompatibilità. Il Forum di Cesarina Barghini al sindaco Mancuso: "Ostinarsi a non voler prendere atto della sentenza piantandosi con le mani e con i piedi al Palazzo, significa prendersi gioco della buona fede di chi ascolta e offendere l'intelligenza di chi conosce il diritto e le regole"

"Difenderemo la legge, fino all'esecuzione forzata"

Ieri il sindaco di Rio Marina, Paola Mancuso, ha incontrato la cittadinanza in piazza Salvo D’Acquisto. E oggi è stata la volta dell’opposizione, che nel pomeriggio ha incontrato cittadini ed elettori al Centro polivalente. Il Forum cittadino, la lista guidata da Cesarina Barghini, ha steso anche una sorta di resoconto dell’assemblea pubblica del sindaco, commetandolo:

Ha aperto l’incontro una candidata non eletta della Lista Comune Protagonista, rimproverando che per esultare avremmo dovuto aspettare la sentenza definitiva e, dopo questa, festeggiare “il danno che (qualcuno) è riuscito a fare al nostro paese “ alias: la sentenza che dichiara l’incompatibilità di Paola Mancuso, allorché sarà confermata dalla Cassazione, costituirà una fonte di danno, qualcosa, quindi, che la cittadinanza non deve condividere e addirittura deve vedere come uno spettro per il paese. Questo è il messaggio con il quale è stato introdotto ieri il “comizio” di Paola Mancuso. Messaggio che non ha mancato di essere poi ribadito anche dalla diretta interessata, che ha esordito con un urlato e ripetuto “Non mollo! Noi non molliamo!”. Così, aggiungendo una distorta visione del proseguo della vicenda, Paola Mancuso ha tranquillizzato i suoi elettori che resterà al potere fino in fondo, perchè tra le varie invettive che ha lanciato all’opposizione, ha detto che sin dalla campagna elettorale. “…Si è cominciato a discutere in punto di comma e di norme…Ma per l’amor di Dio! Con tutto rispetto, nessuno perda di vista la politica…perchè la politica, se a questi ragazzi vogliamo insegnargli cos’è, per prima cosa dobbiamo insegnargli che la loro voce ha un seguito, una conseguenza e un futuro per questo paese. Non gli insegniamo che qualunque cosa dicono…….. Non vale niente, perchè ci sono altri metodi, altre logiche…” Insomma, in conclusione, la legge vada a farsi fottere….. e con lei anche l’art.54 della Costituzione. E la conclusione non poteva, quindi, essere diversa: “Ritengo che i giudici a cui io debba rendere conto sono tutta la cittadinanza!”.

Peccato che quello sia un altro genere di conto da rendere, qui si parla di legalità (e non di illegittimità che – ahimè, dovremmo richiamare comma e norme per spiegarlo…) e di diritti di elettorato passivo: non siamo andati, infatti, davanti al Tar (dove si lamentano i vizi di legittimità degli atti) ma davanti al giudice ordinario, proprio perché siamo in materia di diritto sostanziale. Quel che è mancato, invece, tra tanti bei discorsi, e non ci sorprende affatto, è la spiegazione che tanti si aspettavano: poiché la legge consentiva a Paola Mancuso di scegliere tra l’uno e l’altro incarico entro 10 giorni dalla notifica del ricorso, quale salvagente nell’ipotesi che fosse dichiarata dal Tribunale la sussistenza dell’incompatibilità tra i ruoli, perchè non ha scelto di fare il sindaco? Avrebbe così tutelato da qualsiasi risvolto negativo la sua dedizione al popolo, non sarebbe cambiato nulla, non ci sarebbe stato bisogno di tornare alle elezioni e sarebbe rimasta il Sindaco che il paese ha voluto. Naturalmente avrebbe dovuto lasciare il suo prestigioso incarico in Port Autority, ma questo, se come ha detto la stessa “chi crede nella passione politica i conti non se li fa mai” sarebbe stato un piacere, un modo concreto per dimostrare ai suoi elettori quanto li ama. Perchè, questo forse non tutti lo sanno ancora, se avesse fatto tempestivamente quella scelta, la vita politica del paese non avrebbe subito alcuna ripercussione, e non possiamo pensare che le sia sfuggita: chi si proclama avvocato non può aver ignorato questo aspetto così importante della legge. La conseguenza della mancata rimozione della causa di incompatibilità nel termine perentorio è la decadenza dalla carica elettiva, vale a dire dal ruolo di sindaco. Troppo grave l’effetto per non averlo preso in considerazione, e allora ci spieghi perchè questa scelta non è stata fatta. E vogliamo anche aggiungere che se l’avesse fatta e il Tribunale avesse accolto la sua tesi, sarebbe ugualmente rimasto tutto come era, perché gli effetti della scelta sarebbero decorsi solo dall’emissione della sentenza.

Non potendo più scegliere, per essere scaduto il termine, ormai alla declaratoria di incompatibilità si aggiunge, inarrestabile, la conseguenza della decadenza dalla carica. Ostinarsi a non volerne prendere atto, piantandosi con le mani e con i piedi al Palazzo, significa continuare da un lato a prendersi gioco della buona fede di chi ascolta e dall’altro ad offendere l’intelligenza di chi conosce le procedure e il diritto. Noi andiamo avanti per la nostra strada perché siamo consci di essere nella legalità, ascoltiamo tutti i punti di vista, ma lezioni di diritto da chi non lo conosce non le prendiamo, ci sembra che chi ha il ruolo di giudice sia stato abbastanza chiaro, noi rispettiamo la legge e faremo sì che la rispettino anche gli altri, ricorrendo persino all’esecuzione forzata se sarà necessario.