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Gli avventati progetti dell’Asl non hanno trovato sponde politiche

di Michele Mazzarri (direzione Pd isola d'Elba)

Gli avventati progetti dell'Asl non hanno trovato sponde politiche

E’ con grande orgoglio che mi accingo a commentare quanto avvenuto venerdì scorso a Portoferraio; personalmente sono stato più volte tacciato di “censurare” oltremodo le carenze sociali ed organizzative di noi elbani, cosa che mi rende intellettualmente neutrale e libero nel giudizio e nel valore da dare alla manifestazione Elbana.

Forse per la prima volta dopo tantissimi anni un sentimento “unitario” ha permesso di costruire, attraverso l’insostituibile molla del Comitato Elba Sanità, un pensiero di riscossa territoriale assolutamente trasversale e ampiamente condiviso, simboleggiando anche un germoglio di unico e comune interesse, precorrendo e manifestando le giuste necessità di rappresentanza unitaria.

Un plauso per il riuscito  evento va indirizzato a tutte le parti coinvolte nel successo, e cioè sindaci, comitati, manifestanti, aziende, e tanti altri ancora; ma un sentito ringraziamento lo vorrei indirizzare a Michele Rampini e Manola Balderi che sono riusciti a sollevare e a far crescere una consapevolezza nuova attraverso un’opera sobria, militante e del tutto gratuita verso un’intera isola che ha compreso come solo attraverso un risveglio culturale abbinato ad una protesta civile, attiva  ma ferma e determinata, è possibile aggredire e superare le numerose criticità presenti.

Un ringraziamento lo vorrei sollevare verso coloro i quali hanno mantenuto un profilo istituzionale in momenti dove la contrapposizione sarebbe stata, non tanto lecita ma certamente capibile, manifesto quindi un sincero ringraziamento verso i sindaci del centrodestra che hanno partecipato a Firenze alla riunione preparatoria (presente anche l’elbano Giuliano Fedeli, vicepresidente del Consiglio regionale); questi sindaci in sinergia con le forze politicamente antagoniste del territorio hanno contribuito ai risultati esposti. Auspico ora, trascorso il momento topico, una continuità ed una linearità di tali comportamenti, anche e non solo per non creare facili strumentalizzazioni o per raccogliere qualche effimero voto in più.

Da tutto questo si può fondatamente affermare che la direzione dell’Asl 6 di Livorno non ha trovato e non troverà sponda, neanche nei partiti “amici” sia a Firenze come a Portoferraio, quando in maniera del tutto superficiale e incoerente rispetto alle dottrine solidaristiche ed assistenziali emanate dalla lungimirante tradizione toscana, tenderà ad operare organizzazioni sanitarie a dir poco avventate se non sprovvedute.