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La storia di un marcianese, eroe dimenticato della Grande Guerra

di Romano Bartoloni*

La storia di un marcianese, eroe dimenticato della Grande Guerra

Marciana ha cancellato ogni traccia (salvo all’anagrafe) di un suo figlio illustre, un eroe della prima guerra mondiale, medaglia d’argento al valor militare, Pietro D’Alfonso, caduto nell’ottava battaglia sull’Isonzo il 5 giugno del 1917. Sottotenente del 32° Reggimento artiglieria da campagna, ha perso la vita in combattimento a solo 20 anni. Nato il 17 marzo 1897, si era conquistato, benché giovanissimo, un ruolo di prestigio come giornalista nel quotidiano “Corriere di Livorno”, una testata storica riedita senza successo negli scorsi anni.

Il padre Massimo D’Alfonso era venuto dal continente con l’incarico di caposemaforista presso il Semaforo di Campo alle Serre sopra Chiessi, diventato un importante postazione di avvistamento militare sul mare verso la Corsica durante la seconda guerra mondiale, i cui ruderi sono oggi meta degli escursionisti in cammino lungo l’ex percorso militare che parte dalla Madonna del Monte. La madre, Maria Simoni, era residente a Marciana, ma  della sua famiglia non si rammenta più nessuno (forse è emigrata nelle Americhe come tante altre), nemmeno Vittorina Ricci, cantastorie delle tradizioni marcianesi, e, peraltro, nipote di una generazione di semaforisti di Campo alle Serre. Probabilmente, un tempo, Pietro era ricordato insieme ad altri commilitoni marcianesi nelle targhe del Parco delle Rimembranze, che saliva dal Monumento ai caduti lungo la strada alberata di via Madonna del Monte. Quelle targhe sono misteriosamente scomparse nella notte dei tempi duri della seconda Guerra mondiale.

La memoria dell’eroe Pietro D’Alfonso si è salvata paradossalmente a Roma. Di recente, nei magazzini dell’Inpgi, l’Istituto di previdenza dei giornalisti, è venuta alla luce una lapide in marmo con i nomi di 83 giornalisti di ogni parte d’Italia che sono morti per la Patria durante la prima Guerra mondiale. Il nome di Pietro è immortalato assieme a quelli dei colleghi che lavoravano per i più importanti quotidiani d’Italia. La lapide, una volta restaurata, sarà collocata, e onorata con una significativa cerimonia commemorativa, in un salone della Camera dei deputati. Da parte sua cosa farà il Comune di Marciana per il suo figlio ritrovato?
 

*segretario nazionale dei cronisti italiani