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ORA UN PRESIDENTE DEL PARCO IN SINTONIA CON L’ELBA

di Pino LUCCHESI (presidente Cenis -Centro nazionale iniziative sociali)

ORA UN PRESIDENTE DEL PARCO IN SINTONIA CON L'ELBA

L’anno che sta per iniziare appare essere, per molti versi, cruciale per la nostra Isola. Non solo perché ci sarà un importante appuntamento amministrativo per molti Comuni (tra cui il capoluogo), ma anche perché – per la dinamica degli eventi – nel corso del 2009 riusciremo a capire se siano stati messi in campo anticorpi sufficienti se non per invertire almeno per arrestare la crisi in atto. Nel 2009 avremo situazioni nuove nel settore dei collegamenti, una nuova classe dirigente e risposte importanti dovranno venire dal governo centrale e da quello Regionale.

Appare evidente che il periodo delle chiacchiere è esaurito e che occorre passare ai fatti. Nei mesi passati si è fatto un gran parlare di percorsi innovativi riguardo all’assetto politico-amministrativo e abbiamo sentito molte cose buone e buoni propositi assieme ad altre proposte sinceramente cretine come quella della Provincia dell’Arcipelago, un nuovo carrozzone proprio nel momento nel quale molti (tra cui chi scrive, come è noto) sostengono piuttosto che le provincie debbano essere abolite, con tanto di presidenti, assessori, prefetti ed ammennicoli vari, non essendoci dubbi, almeno per me, che lo schema ecclesiastico (storicamente validato) sia stato più logico di quello napoleonico.

Non parliamo poi, per carità di Patria, della nostra, nata in epoca fascista per dare soddisfazione a Ciano, tracciando dei segni approssimativi sulla carta geografica! Si è fatto anche un gran parlare del Parco dell’Arcipelago, del suo ruolo, delle sue potenzialità, e della creazione di qualche area marina protetta. Sullo sfondo si è sentita l’eco di mai sopite polemiche sulle modalità della sua nascita, sulla indicazione dei vari responsabili, sulle forzature che sono state fatte nell’uno e nell’altro caso.

Fatto sta che – in generale – l’Elba e l’arcipelago avvertono ancora il Parco (e la sua dirigenza) come un corpo estraneo, eterodiretto , in conflitto permanente con il territorio su cui insiste e sui suoi interessi. Esprimo una opinione che per certo aumenterà la massa critica dei miei detrattori: il parco, per me, ha grandi potenzialità ma per poterle esprimere è necessaria una espunzione di anticorpi, siano essi di natura ideologica (la difesa della sacralità e della intangibilità della natura ma anche, sull’altro versante un antropocentrismo che tutto permette e tutto avalla), siano essi di natura più propriamente politica e quindi collegati al sistema delle scelte e delle decisioni.

Quello che sinora è sostanzialmente mancato è il buon senso, quello che minimizza le prepotenze e rende credibili le scelte. Poi tutto cammina sulle gambe degli uomini e certo errori ed omissioni sono possibili, anzi inevitabili. Non sto facendo l’identikit del presidente prossimo venturo, ma è necessario – chiunque esso sia – che sia in sintonia con il territorio e possibilmente sia anche una sua espressione, che sia del tutto indifferente ad interessi e pressioni, che realizzi le condizioni di un comune sentire con i cittadini, che abbia idee e prospettive, che non si presti a guerre di religione o a scontri istituzionali.

Anche se con grande lentezza, l’idea di un turismo di qualità, fatto non solo di ombrellone e lettino, si va facendo strada e sempre più, in Italia e fuori, sono coloro che vanno alla ricerca di un ambiente gradevole e protetto. E’ su questo versante che varrà la pena di impegnarsi. Se la ricetta altrove ha funzionato, perché non dovrebbe per l’Arcipelago? Abbiamo un grande patrimonio, turistico e colturale da realizzare, idee da mettere in campo. Vogliamo fare uno sforzo per utilizzare le migliori energie, senza preclusioni? Vogliamo recuperare e valorizzare il patrimonio esistente, da Portoferraio a Pianosa, dal Giglio a Capraia? Oppure vogliamo proseguire a costruire seconde e terze case con la logica di chi preferisce i vantaggi momentanei (un po’ di lavoro) a quelli di lungo periodo? E trasformare piano piano le nostre Isole come Ischia in una interminabile distesa di mattoni e cemento? I periodi di crisi, come l’attuale, possono avere anche un loro lato positivo perché, scremato il superfluo, mostrano la vera scorza di cose ed uomini. Vogliamo considerarli una opportunità invece di continuare a piangerci addosso?