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la lettera: “ENTI DI SECONDO GRADO DESTINATI A FALLIRE”

"ANCHE CON AMMNISTRATORI DI VALORE: LA STORIA PIENA DI DIMOSTRAZIONI"

la lettera: "ENTI DI SECONDO GRADO DESTINATI A FALLIRE"

Carissimo Alessi,

premesso che i cosiddetti “interessi di bottega” o li facciamo valere per tutti o per nessuno, ti ricordo che alla “bottega” del sottoscritto furono “messi i sigilli” tanti anni fa, anche e soprattutto per opera di chi – vero prototipo di una destra populista, poliziesca e qualunquista – ora è entrato a far parte, non si sa come, di questo centrosinistra da operetta. Quindi oggi, mio malgrado, sono un “libero pensatore” e perciò, quando per farti ragione mi ricordi che il centrodestra si è astenuto sulla legge 37, non mi turbi più di tanto. Se hanno sbagliato, ne risponderanno agli elettori!

Non so perché mi rimproveri di far “passare mezze verità per verità intere”, quando, invece, mi sono limitato a riferire l’evidenza dei fatti, che nessuno, neanche tu, sei riuscito a confutare. Il fatto sta in poco posto: la Regione ha decretato la soppressione della Comunità dell’Arcipelago, senza motivo e senza sentir ragioni. Niente ripensamenti e niente proroghe. Al contrario l’opposizione, con una proposta di legge firmata da venti consiglieri, ha chiesto la revisione della legge 37. Tutto il resto come ho già detto, è pura propaganda! Ma se, come dici, Fragai ha cambiato idea e vuole riparare, è sempre in tempo a farlo.

Poi tu mi tiri in ballo il Circondario con cui non ho niente a che vedere; comunque, se è un progetto realizzabile, chi l’ha proposto si farà carico di definirne i contenuti e la fattibilità.

Per parte mia, sai già come la vedo e a rischio di apparire in disaccordo con gran parte della classe politica elbana, ti ribadisco il mio pensiero. A parer mio gli enti di secondo grado, come la comunità montana, che gestiscono poteri e funzioni notevoli, senza alcuna legittimazione popolare, sono fatalmente votati all’inefficienza e allo spreco. E lo sono comunque, indipendentemente dal valore dei suoi amministratori. Di questo la storia isolana ci fornisce innumerevoli dimostrazioni: sviluppo economico, trasporti, sanità, rifiuti solidi, acqua e fognature. Tutti annosi problemi che giacciono irrisolti. Ho citato la storia, ma anche l’attualità non è da meno, visto il dissesto idrogeologico che sconquassa il nostro territorio e impensierisce noi poveri isolani che, nonostante tutto, siamo chiamati a pagare i ben noti contributi di risanamento, tanto inutili alla prova dei fatti, quanto sospetti d’illegittimità.

Nanni Gioiello