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UNIONE DEI COMUNI, ULTIMO APPELLO DI SEI SINDACI

"STUPORE E AMAREZZA PER LA SCELTA NEGATIVA DEI TRE COLLEGHI"

UNIONE DEI COMUNI, ULTIMO APPELLO DI SEI SINDACI

I sindaci dei Comuni di Campo nell’ Elba, Capoliveri, Giglio, Marciana, Portoferraio, Rio nell’Elba rispondono così ai colleghi di Rio Marina, Marciana Marina e Porto Azzurro, che hanno ribadito il loro “no” all’Unione dei Comuni:

Cari colleghi,

abbiamo letto con vivo stupore ed anche con una certa amarezza il vostro comunicato emesso subito dopo l’approvazione da parte di 9 amministrazioni (anche dai rappresentanti dei Comuni di Porto Azzurro e Marciana marina) di un ordine del giorno con il quale oltre a ribadire la volontà “di assicurare all’Arcipelago toscano la continuità di una esperienza istituzionale sovracomunale”, si prendeva solo l’impegno a “verificare ulteriormente l’esistenza delle condizioni per raggiungere tale obiettivo”. Nel medesimo documento è stato, quindi, richiesto alla Regione di prorogare il termine del 31 ottobre per la costituzione della Comunità dell’arcipelago-Unione Speciale dei Comuni, prevista dall’art.27 della legge regionale n°37 del 26 giugno, fino al 31 dicembre e di modificarne il testo prevedendo la possibilità di dar vita alla nuova Comunità anche senza l’adesione di tutti i Comuni.

Nel comunicato da Voi successivamente pubblicato si chiude, invece, ogni possibilità di proseguire il confronto con motivazioni del tutto infondate e con l’affermazione quanto mai gratuita ed anche offensiva sulla nostra volontà di allinearci “in modo autolesionista ai desiderata della Regione”. La Comunità dell’arcipelago-Unione dei Comuni Speciale prevista dalla legge regionale n°37 di quest’ anno sarebbe per voi una brutta copia della Comunità montana perché non ne avrebbe i medesimi poteri. Non è assolutamente vero, cari colleghi. Leggendo con una certa attenzione il testo della legge si scopre che la nuova Comunità prevista dall’art. 27 “in considerazione delle specifiche caratteristiche economiche, sociali ed ambientali del territorio insulare”:
– subentra nell’esercizio delle funzioni e dei servizi già gestititi in associazione con i Comuni dalla Comunità montana. Altre gestioni associate di notevole importanza possono essere attivate come lo sportello unico per le imprese o la programmazione urbanistica;
– esercita funzioni regionali, comprese, naturalmente, quelle già trasferite dalla Regione alla Comunità montana in materia di agricoltura, vincolo idrogeologico, forestazione e bonifica con tutte le annesse risorse finanziarie, funzioni che, nel caso di mancata costituzione di un nuovo Ente sovracomunale, verrebbero svolte dalla Provincia. Davvero una bella conquista!
– può assumere l’esercizio di funzioni statali e provinciali. Con la Provincia è possibile definire intese per l’attuazione degli interventi di competenza e per lo sviluppo del decentramento amministrativo; quindi può svolgere il ruolo del Circondario provinciale di cui all’art.21 del Testo unico sugli Enti locali. Ente davvero “minore” stranamente auspicato dal sindaco Bosi;
– redige ed approva, come la Comunità montana, un piano pluriennale di sviluppo socio-economico e i relativi programmi attuativi. Il Piano può comprendere tutte quelle “azioni che l’Ente intende assumere in collaborazione con i Comuni e con altri Soggetti pubblici per la promozione dello sviluppo locale e la valorizzazione del territorio”(art.19 della legge n°37).
Dunque la nuova Comunità conserva in toto le medesime competenze e funzioni e ne può acquisire di nuove rispetto a quelle esercitate dalla sopprimenda Comunità montana.

Quanto alle risorse finanziarie la verità è che:
– il Senato ha nei giorni scorsi approvato un emendamento al Decreto legge n°154 del 07 ottobre, recante nuove norme in materia di Autonomie locali, con il quale si stabilisce che agli Enti che subentrano nei rapporti giuridici di Comunità montane disciolte” sono assegnati tutti i trasferimenti erariali già spettanti alle Comunità montane medesime”;
– che la Giunta regionale con delibera n°688 del settembre scorso ha previsto per il nuovo Ente un contributo straordinario di 150 mila euro e l’Assessore Fragai ha più volte confermato la volontà della Regione di concedere un ulteriore contributo di pari importo nel corso del 2009 e di favorire, per il futuro, con specifici incentivi, le associazioni tra piccoli Comuni, compensando in questo modo i tagli operati dal Governo nazionale.
– I progetti e le azioni compresi nel piano di sviluppo e nei programmi attuativi costituiscono priorità dell’intervento regionale e provinciale nel territorio di competenza della Comunità. Questo vuol dire avere maggiori possibilità di accesso ai contributi regionali, statali e comunitari.
– La legge finanziaria di questo anno stabilisce che la soppressione delle Comunità montane disposta dalle Regioni non fa venir meno i benefici e gli interventi speciali stabiliti dall’Unione europea e dalle leggi statali e regionali, tant’è che la legge regionale n°95 del 1996 che disciplina gli interventi per lo sviluppo della montagna continua ad essere applicata alle Unioni dei Comuni che subentrano alle Comunità montane soppresse e quindi anche alla Comunità dell’arcipelago-Unione Speciale dei Comuni.

Concludendo, cari colleghi, desideriamo respingere con forza l’accusa che ci rivolgete di autolesionismo e di sudditanza nei confronti del Governo regionale. Non siamo preoccupati di dover rispondere agli “elettori” nella primavera del prossimo anno. Sul futuro istituzionale dell’arcipelago dovremmo evitare di pensare e di agire mirando a futuri successi elettorali. Siamo invece preoccupati di agire nell’interesse dei cittadini, della società civile che, anche con significative prese di posizione di importanti associazioni economiche, ci chiede da tempo di promuovere ed attuare una seria politica di gestione unitaria del territorio insulare. Vogliamo seguire con la massima attenzione, se possibile anche insieme a Voi, l’iter parlamentare di approvazione del nuovo Codice delle autonomie (che sostituirà l’attuale Testo unico e quindi anche il più volte richiamato art. 29 sulle Comunità isolane) e del disegno di legge governativo sul federalismo fiscale per avere la certezza che in entrambi questi atti fondamentali per l’ordinamento e la finanza degli enti locali sia riservata particolare attenzione alle condizioni di disagio che caratterizzano non solo i territori montani, ma anche, ed ancor più, quelli insulari.