Doveva incassare un milione e 200 mila euro, la Comunità Montana, dal contributo per la bonifica dei fossi, ma ha riscosso solo 450 mila euro, poco più del 35%, come dire che ha pagato solo un elbano su tre. Un dato certo, ma parziale: la rendicontazione ufficiale sarà fatta proprio nei prossimi giorni. Ma la percentuale d’incasso rientra nella media toscana delle altre comunità montane e consorzi di bonifica, soprattutto dopo il primo invio dell’avviso. La prima scadenza era prevista il 30 settembre, poi è stata prorogata al 20 ottobre.
E la Comunità Montana ritiene che il ritardo nei pagamenti da parte degli utenti sia dovuto anche alle difficoltà oggettive legate al riordino e la riorganizzazione di molte posizioni: molti non sapevano esattamente come comportarsi, e tutt’oggi l’ufficio di Tutela del Territorio, servizio Bonifica e difesa del suolo, continua a ricevere telefonate per ricevere informazioni relative al pagamento. Ma certo le polemiche sulla legittimità e l’incertezza che ne è derivata hanno condizionato i contribuenti.
“Quello che è certo – dice il commissario della Cm Danilo Alessi – è che se non entrerà nelle casse del Consorzio di Bonifica quanto previsto, il primo a risentirne sarà il programma d’interventi che a questo punto difficilmente potrà essere rispettato, se non altro per quel che riguarda il tempi d’intervento previsti, entro i quali rientravano tutti i corsi d’acqua del territorio nel comprensorio”.
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