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QUANTE VOLTE SI DEVE PAGARE PER LA PULIZIA DEI FOSSI?

di Marcello CAMICI

QUANTE VOLTE SI DEVE PAGARE PER LA PULIZIA DEI FOSSI?

Leggo che Leopoldo Provenzali come legislatore regionale ha presentato una proposta di legge alla regione per abolire i consorzi di bonifica. Sono d’accordo e sulle motivazioni che Provenzali adduce per tale richiesta ne aggiungo altre.

In Italia sovrintendono alla tutela, valorizzazione,conservazione pulizia dell’ambiente il ministero dei Beni culturali, la Regione, la Provincia, il Comune e la sovrintendenza alle belle arti. All’Elba ai soggetti sopra elencati si aggiungono la ex Comunità montana, il Parco nazionale e forse mi sfugge la sigla di qualche associazione con etichetta ambientalista che probabilmente prende contributi dallo Stato.

I contribuenti, cioè i cittadini, pagano con le tasse per dare sostegno economico alla lista dei soggetti sopra elencati. Inoltre pagano la tassa sullo smaltimento dei rifiuti urbani che all’Elba è tra le più alte in assoluto. Con quali risultati? All’Elba Fabrizio Prianti con la rubrica “Vivere l’ambiente” fa vedere (fatti non chiacchiere) i risultati di queste risorse economiche uscite dalle tasche dei cittadini.

Oltre che a pagare, i cittadini elbani contribuiscono, sono messi in condizione di partecipare attivamente alla tutela, valorizzazione, conservazione, pulizia dell’ambiente? In particolare per ritornare ai consorzi di bonifica ambientale, può un cittadino che ha un fosso che passa sul terreno o su un bosco di sua proprietà, una casa circondata da sterpaglie prendere iniziativa di pulizia e bonifica a sue spese? Provate a farlo e vi accorgerete a cosa potete andare incontro.