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“TOZZI NON E’ LEGITTIMATO A FARE SCELTE POLITICHE”

LETTERA: "IL PRESIDENTE DEL PARCO NON E' STATO ELETTO, MA NOMINATO DA FORZE BOCCIATE DAL VOTO, MA CI INDICA UN FUTURO DI LACRIME E SANGUE"

"TOZZI NON E' LEGITTIMATO A FARE SCELTE POLITICHE"

Concordo pienamente con le ultime dichiarazioni di Marchetti, soprattutto quando parla dell’Elba come di “un’isola che può e che deve crescere” e quando pone la sua crescita come “obiettivo fondamentale e urgente”.

Una dichiarazione che suona come netta replica all’ultimo intervento di Tozzi che, al contrario, continua a propinarci la sua solita ricetta regressiva. Il geologo-divo, infatti, dopo aver esaltando la romantica frugalità dei bei tempi che furono, ha recentemente indicato agli elbani un futuro di lacrime e sangue: decrescita economica e calo demografico.

Ecco che finalmente anche Marchetti, come già fecero altri esponenti del centrodestra, leva gli scudi contro la pericolosa teoria tozziana che, per quanto d’improbabile realizzazione, può pesare negativamente sul futuro dell’isola; e di fatto, il primo danno politico lo ha già prodotto con la ridicola mozione recentemente approvata dal Consiglio regionale: un provvedimento che intenderebbe risolvere i problemi del turismo elbano, costruendo “piste ciclabili, ippovie, strade bianche e sentieri”. Una teoria che, comunque, ci farà perdere altro tempo, perché rappresenta un ostacolo politico a che l’Elba s’inserisca a pieno titolo nel ricco mercato del turismo internazionale.

A questo punto sorge il problema di questo presidente del Parco che è lontano culturalmente, politicamente e geograficamente dall’Elba e dalle sue problematiche, e per giunta non ha alcuna legittimazione democratica a parlare del nostro futuro, dato che è espressione di una forza politica che non siede più neanche in Parlamento.

Alla fine del mio discorso, però, dopo aver fatto tanti elogi al Marchetti, mi sia consentito di rivolgergli una domanda. Nel suo intervento egli afferma, in modo un po’ lapalissiano, che “Classificare oggi un piccolo imprenditore come un padrone della ferriera dell’ottocento (speculatore/sfruttatore) è un gravissimo errore”. E noi siamo d’accordo. Meglio tardi che mai! Ma perché solo i piccoli imprenditori e gli altri no? Ci spieghi, allora, come dobbiamo considerare i De Benedetti (tessera n°1 del Pd), i Marchini, i Tronchetti Provera e soprattutto i “compagni” Calearo e Colaninno?

Nanni Gioiello