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SE I POLITICI NON CAPISCONO L’ELBA BERLUSCONIANA

IL CAVALIERE NON LO SA, MA CONOSCE L'ISOLA MEGLIO DI NOI. ECCO PERCHE'

SE I POLITICI NON CAPISCONO L'ELBA BERLUSCONIANA

A quanto pare Berlusconi capisce l’Elba meglio della gran parte dei politici elbani. Non perché abbia fatto qualche serata qui nella sua prima vita da chansonnier, e neanche perché l’estate scorsa ha mangiato le orecchiette a Marina di Campo.

Conosce l’Elba – inconsapevolmente, è ovvio – perché l’Elba fa perfettamente parte non solo del blocco sociale, ma dell’Italia che per la terza volta lo ha mandato a palazzo Chigi. Solo chi si auto-consola con la sua presunta superiorità antropologica può illudersi di risolvere la questione “maledicendo” le oscure forze della reazione liberista (?) che anche qui impediscono di dispiegare le “magnifiche sorti e progressive” dell’impegno democratico, pacifista, ambientalista ecc.

La Sinistra arcobaleno ha fatto una campagna generosa, che merita grande rispetto, ma a sinistra c’è chi continua a maneggiare vecchi arnesi ideologici: spiega da anni che la sinistra vince quando è “pura”, e ad ogni puntuale smentita dei fatti dà la colpa alla realtà che non aderisce alla teoria. I conti non tornano, insomma, e s’interroga allora sul perché la destra non vinca sempre e ovunque all’Elba.

Non vince sempre perché gli elbani che votano Berlusconi sono gli stessi che poi scelgono qualche bravo sindaco (considerato sempre troppo poco) di sinistra, a cui chiedono soprattutto di tenere in ordine il verde e rifare la piazzetta, magari di difendere i servizi, non certo di spiegargli come va il mondo. Così come al Cavaliere non chiedono altro che la riduzione dell’Ici o il bollo auto, o un sorriso a trentadue denti e la battuta giusta. Non è ideologico il voto per l’Italia, figuriamoci quello per Capoliveri o Campo. Una sinistra che non accetta questa realtà si autocondanna a un ruolo di testimonianza (culturale ed extraparlamentare).

Il Pd ha provato a parlare all’Italia di Berlusconi e non ce l’ha fatta. Ha perso la scommessa, ma pare che non capiscano l’Elba berlusconiana neanche gli stessi esponenti locali del Pdl, che ad ogni elezione politica sognano di mettere il cappello sullo straripante consenso del Cavaliere, per poi risvegliarsi al primo turno di comunali con un altro bravo sindaco ds ex socialista o ex dc. I segnali già si vedono in una certa impazienza che tradisce la tentazione della resa dei conti, che viola troppo platealmente la banale regola per cui chi vince non deve mai farsi prendere la mano dalla voglia di stravincere. Perché se l’Elba sceglie Berlusconi per amministrare l’Italia, domani stesso può scegliere un bell’assessore di Sinistra democratica, o del Pd, o di Rifondazione, o un democristiano “old style”, per far viaggiare l’aliscafo, o per tenere aperta l’Agenzia delle entate.