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TRAGICA FARSESCA MANCANZA DI PROSPETTIVA SULLE AMP

di Mario TOZZI (presidente del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano)

TRAGICA FARSESCA MANCANZA DI PROSPETTIVA SULLE AMP

Non posso che concordare fino all’ultima virgola con quanto scritto da Legambiente dell’arcipelago toscano e che ristabilisce almeno i minimi criteri di verità e di decenza in un dibattito sulla protezione del mare che non si sa se è più deludente o surreale.

E’ proprio così: quando il Parco Nazionale dell’Arcipelago ha chiesto al Ministero dell’Ambiente di far ripartire l’iter per l’istituzione dell’AMP del Giglio e dell’Elba ha trovato che quell’iter si era certamente molto rallentato, ma non bloccato. In particolare per l’AMP dell’isola del Giglio, il confronto è ormai squisitamente di natura tecnica e fa ampiamente parte dell’ordinaria amministrazione di questo periodo, anche perché la volontà politica di istituire l’AMP era stata già espressa chiaramente sia dal dicastero Berlusconi che da quello Prodi, in un raro caso di spinta bipartisan per la protezione del mare.

Ma la conservazione dell’ambiente naturale è proprio la grande assente dal dibattito su questi temi: le aree marine protette in tutto il mondo si fanno per curare l’evidente stato di malattia del mare, causato dai vari inquinamenti, dalla pressione antropica indiscriminata e da un turismo privo di regole. E nel caso specifico sono frutto di un corretto processo istituzionale che riguarda una proposta del Comune del Giglio e una del ministero dell’Ambiente che troveranno certamente un compromesso ottimale nel quadro delle riunioni tecniche convocate. Se il prossimo ministro dell’Ambiente non vorrà firmare il provveddimento conclusivo ha tutto il potere di farlo, ma dovrà necessariamente contraddire qualcuno, perché nessuna parte politica finora si è mai dichiarata contraria all’istituzione dell’AMP dell’Arcipelago toscano.

Vale la pena di ricordare poi che, sia nel caso dell’AMP del Giglio che in quello della regolamentazione di Giannutri, non c’è stato alcun dispregio delle comunità locali: nel primo caso il Comune ha correttamente ascoltato tutti portatori di interesse, fatto decine di incontri e ha poi agito secondo legge, tenendo presente anche l’orientamento favorevole sulle AMP della Regione Toscana. Il caso di Giannutri è addirittura emblematico: nell’ultimo Consiglio direttivo del Parco dell’Arcipelago le linee guida per la futura regolamentazione (attenzione: non ancora una delibera operativa), che cercano di rimediare a una situazione ambientale diventata insostenibile semplicemente applicando le leggi, sono state approvate all’unanimità in un documento che è stato accettato dai residenti dell’isola, dal Comune del Giglio, dalla Provincia di Grosseto e dalla Regione Toscana in un accordo così ampio che dovrebbe essere di esempio.

Ma potrei capire un dibattito talmente privo di riferimenti alla memoria, ai termini di legge o al buon senso se si parlasse, che so, dell’installazione di un impianto nucleare o di un inceneritore, qualcosa che potrebbe comportare un danno alla salute o all’ecosistema. No, qui si parla di proteggere un ambiente naturale pieno di problemi e gravemente compromesso da anni di incuria e speculazione, un ambiente per il quale tutti ci dovremmo battere e che, invece, ci vede tristemente divisi a causa di chi vuole ancora continuare a rosicchiarlo fino al midollo, fino a quando non ci sarà più polpa per nessuno. Una mancanza di prospettiva tragica, nonostante i connotati spesso farseschi della discussione.