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Lettere: “COMUNITA’ DI ISOLE? CAMBIA SOLO IL NOME”

"LA PROVINCIA PER LORO HA DUE DIFETTI: E' ELETTIVA E NON COSTA NULLA"

Lettere: "COMUNITA' DI ISOLE? CAMBIA SOLO IL NOME"

Il dibattito avviato sulla “Comunità dell’Arcipelago” conferma l’inadeguatezza dell’attuale classe dirigente politica; vediamo perché. La legge 267/2000 sugli Enti Locali, la stessa che disciplina le nuove Province Autonome, viene ora citata per chiedere di sostituire l’abolita Comunità Montana con la Comunità dell’Arcipelago ai sensi dell’art. 29 stessa legge. Ciò non è possibile, perché si sostituirebbe l’Ente abolito dal Governo Prodi con lo stesso Ente abolito. Sembra un calembour, un gioco di parole, ma non lo è.

La riprova è nella stessa legge 267/200 che non a caso pone sotto il medesimo cappello del Capo IV “Comunità Montane” la disciplina di tale Ente in tre soli articoli, specificando nell’ultimo – il citato art. 29 – che un arcipelago marino (dunque privo di vere montagne) può essere denominato Comunità dell’Arcipelago invece che Comunità Montana (per motivi di evidente opportunità); pur trattandosi dello stesso Ente con medesima natura, poteri, funzioni. Testualmente: “In ciascuna isola o arcipelago di isole, ad eccezione della Sicilia e Sardegna, ove esistono più Comuni può essere istituita, dai Comuni interessati, la Comunità isolana o dell’Arcipelago, cui si estendono le norme sulle Comunità Montane”. Mi pare inequivocabile. Mi rendo conto che la cancellazione della Comunità Montana ad opera del Governo Prodi, costretto a prendere atto dei suoi costi ed inutilità, possa avere scatenato il panico fra i dirigenti, ma non sono queste le soluzioni legalmente praticabili per risolvere il problema. Prima che la Comunità Montana fosse abolita i Comuni avrebbero potuto eventualmente chiederne la trasformazione in Comunità dell’Arcipelago – senza che nulla cambiasse oltre al nome – adesso che è stata abolita invece no.

Questo dibattito “fasullo” ricorda la storia di Bertoldo che aveva strappato al Re l’ultimo desiderio di scegliere da sé il ramo cui impiccarsi, ma non lo trovava mai. La Comunità Montana – o dell’Arcipelago che dir si voglia – è stata abolita dal Governo perché in ultima analisi era controproducente, costosa, paralizzante, fonte di sprechi e sempre nuovi balzelli; molti di noi lo hanno constatato sulla propria pelle. La legge 267/2000 ha previsto per territori come l’Elba e Arcipelago un Ente assai più adatto e potente quanto a poteri autonomi di coordinamento, indirizzo e capacità di investimenti infrastrutturali: la Provincia.

Che però ha due gravi difetti agli occhi di questa classe dirigente: 1) è un Ente il cui consiglio è eletto democraticamente dagli abitanti dell’Arcipelago, fatto questo che impedisce accordi sulle poltrone “a tavolino” fra i rappresentanti dei Comuni; 2) è un Ente i cui costi di sostentamento graverebbero sul bilancio della Provincia di Livorno, che con essi perderebbe ogni “potere” sul territorio e gli elettori dell’Elba e Arcipelago. Ma poiché in questo Paese tutto è ormai possibile, qualora, stanti tali evidenze, si dovesse ugualmente procedere con l’istituzione della Comunità dell’Arcipelago avremmo l’ennesima dimostrazione della validità del detto popolare: “al peggio non c’è mai fine.

Stefano Martinenghi