Messi via sacchi e guanti, è tempo di bilanci per gli organizzatori di “Mille mani per Pianosa”. Bilanci largamente positivi, e non solo per l’adesione di ben 497.
“L’iniziativa – dice Franca Zanichelli – è riuscire a fare qualcosa di significativo e di evidente. Prima di tutto pulire dai rifiuti, e al di là della pulizia in senso stretto è importante proprio l’idea di cura, perché le persone si sentono partecipi se fanno qualcosa di concreto, e io penso che l’idea di Parco sia proprio questa, cioè sollecitare l’adesione ai temi di tutela e conservazione che deve nascere da un rapporto positivo dell’ambiente, non soltanto un approccio normativo. Spesso si riduce tutto in termini di norme, oppure si banalizza in termini di contrapposizione fra la conservazione del patrimonio naturale e lo sviluppo economico. L’idea è quella di un Parco come laboratorio per sperimentare un’educazione all’ambiente che in questo senso è più culturale che limitatamente di tipo naturalistico. Credo che questo sia l’approccio importante per questo tipo di ente. La cosa che più mi ha colpito è stata che tutti sono contenti di aver partecipato, si sono sentiti utili e questo penso sia un modo per avvicinare ai temi della conservazione.”
“ La comunità del Parco plaude quest’iniziativa che è stata un successo – ci ha detto Pietro D’Errico, presidente della comunità del Parco – inoltre è stata anche utile per la comunità del Parco e i membri del consiglio direttivo per prendere coscienza e conoscenza di quelle che sono le criticità di un territorio che a un certo punto della propria storia è stato abbandonato. C’è da fare un percorso impegnativo sul piano della progettazione, per capire effettivamente che cosa potrà essere quest’isola in futuro”.
“L’intenzione – ci ha detto la vicepresidente del Parco, Milena Briano – è quella di far conoscere il territorio dell’arcipelago ai suoi abitanti, ma anche a altre persone e di far appassionare alle isole e questo è stato il primo viaggio di gruppo”.
Al.Fra.
