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“SIAMO LA SINISTRA SENZA SE, SENZA MA E SENZA ANCHE”

NOMINATO IL COORDINAMENTO DELL'ARCOBALENO, LUNEDI SARA' SCELTO UN COORDINATORE ELBANO: "FAREMO FRONTE AL NEO-CONSOCIATIVISMO"

"SIAMO LA SINISTRA SENZA SE, SENZA MA E SENZA ANCHE"

La Sinistra Arcobaleno elbana, nella sua assemblea costitutiva, ha nominato un coordinamento elbano del quale fanno parte 25 persone. Un organismo che resterà in carica per il periodo della campagna elettorale, e che nella sua prima riunione – lunedì 3 marzo alle ore 21 nella sede portoferraiese di Rifondazione di via dell’Annunziata – eleggerà un responsabile territoriale e programmerà le iniziative pubbliche del soggetto politico-elettorlare da qui alle consultazioni politiche.

Del coordinamento (che potrà essere integrato con delle cooptazioni nei prossimi giorni) fanno parte: Cristiano Adriani, Alessio Anichini, Giorgio Bertani, Angela Calistri, Stefano Castell’s, Franco Dari, Ivan Del Chicca, Dario Franzin, Andrea Galletti, Mario Giannullo, Alvaro Grassini, Gian Piero Landi, Martino Lanzi, Ugo Lucchini, Mario Martorella, Flavio Marzolla, Francesco Mezzatesta, Andrea Monaci, Jessica Muti, Antonia Pagnini, Carlo Rizzoli, Sergio Rossi, Pirro Taddei, Angelo Tassiello, Robi Veltroni.

Si va quindi dai 16 anni del marinese Matteo D’Ambra agli 89 di Dina Ottanelli Rossi da Capoliveri, nel mezzo tante persone (88 per l’esattezza quelle che hanno aderito) a dimostrazione – dicono i promotori – “che la sinistra all’Elba c’è e che non ha la minima intenzione di recitare ruoli subordinati, né di delegare a nessuno, ma proprio a nessuno, la sua rappresentanza”.

I promotori dell’articolazione locale del cartello politico-elettorale parlano di un dibattito ricco, con quindici interventi, tra i quali quelli di Cristiano Adriani coordinatore della Sinistra Democratica, Danilo Alessi, presidente della Comunità Montana, e di Daniele Palmieri, ex assessore comunale di Rifondazione Comunista. “Ma è stato dato spazio ai molti altri che volevano parlare – dicono i promotori – e sviluppare ragionamenti diversi, ma tutti nel solco della sinistra unitaria, plurale, ecologista. Tutte testimonianze d’impegno che facevano capo alla soddisfazione (quasi liberatoria) di ritrovarsi tra gente di sinistra senza se, senza ma, e soprattutto senza ‘anche’, determinata a scendere in campo per un voto utile, anzi indispensabile per assicurare un futuro di solidarietà, di democrazia, di pace nel nostro paese, per contrastare le vecchie e le nuove povertà, per fare fronte ad un consociativismo moderato-liberista che priva di prospettive soprattutto le nuove generazioni italiane e quelle della nostra isola”.