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RESTAURO IN VISTA PER LE “TRAMOGGE” DELLE MINIERE

ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE A RIO MARINA: L'IMPIANTO SERVIVA A CARICARE SUI VAGONI IL MINERALE LAVATO, PER PORTARLO AL PONTILE DI VIGNERIA: 200 MILA EURO PER IL RISANAMENTO STRUTTURALE ESEGUITO DAL COMUNE

RESTAURO IN VISTA PER LE "TRAMOGGE" DELLE MINIERE

Saranno restaurate le tramogge delle miniere a Rio Marina. L’intervento è stato deliberato dalla giunta comunale, e inserito nel programma delle opere pubbliche approvato pochi giorni fa insieme al bilancio.
Un’opera importante, nell’ottica di un’archeologia industriale che conservi e valorizzi ciò che è rimasto di una storia mineraria capace di lasciare segni profondissimi, nella cultura e nel territorio dell’Elba orientale e di Rio Marina in particolare.
L’opificio, a pochi metri dal centro abitato, era un impianto al servizio delle miniere. La tramoggia in questione serviva a convogliare e a caricare il minerale pulito nella seconda e terza laveria (ce n’erano sette, disposte per tutta la costa: la prima dove attualmente ci sono le scuole, l’ultima a Rialbano). Il minerale era portato ai pontili di caricazione di Vigneria attraverso la strada che passa a monte del paese. Prima viaggiava su carri trainati da cavalli, poi su vagoni (sempre trainati dalla forza animale), in seguito da locomotive e da ultimo sui camion.
La tramoggia ha subito numerose ristrutturazioni (l’ultima negli anni Cinquanta) e ha cessato di funzionare nella metà degli anni Sessanta. Ora versava in stato di abbandono e degrado. Il lavoro di recupero è stato finanziato dal ministero dell’Ambiente con un contributo che il Parco Nazionale con delibera commissariale ha destinato al comune come ente attuatore. L’importo totale del restauro ammonta a 200 mila euro. L’area interessata è di elevato pregio paesaggistico, e l’immobile potrebbe riacquisire delle condizioni di pubblica fruibilità, dopo una sistemazione che comunque vuol mantenerne inalterate le caratteristiche. La progettazione, affidata alla società Eutecne, si è indirizzata verso tecniche non invasive, per un intervento strutturale che garantisca il massimo rispetto della concezione architettonica del manufatto. Anche la scelta dei materiali dovrà assicurare continuità e integrazione con l’immobile e il contesto.